Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

domenica 26 settembre 2010

La vicenda di Padre Pio (Articoli 24)

Vi propongo un articolo tratto da Corrispondenza Romana:

Quando, nel 2002, Giovanni Paolo II dichiarò santo Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968), egli non stava semplicemente allungando di un nome, pur insigne, la già lunga lista dei sacerdoti canonizzati ma, in qualche modo, stava dando riparazione ad una tremenda ingiustizia, vissuta e perpetrata nel cuore stesso della Chiesa.

Questa ingiustizia fu il fatto di aver perseguitato e ingiuriato, sospettato e deriso, un grande santo e un vero e inascoltato profeta, il quale si erse, nel XX secolo, per tracciare l’unica strada possibile di salvezza e di misericordia: la via della conversione, senza sconti o scorciatoie, dalla modernità laica all’integrale Vangelo di Cristo.
La stigmatizzazione di Padre Pio durata esattamente mezzo secolo (1918-1968) in questo contesto è del tutto simbolica: a fronte di una Chiesa che tendeva ad una “riconciliazione” coi suoi peggiori nemici – quasi che tra il teismo e l’ateismo, il cristianesimo e la laicità ci potesse essere un accordo a metà strada – Padre Pio fu e sarà sempre l’icona di un’altra Chiesa, quella che concepisce la vita come combattimento, la sofferenza come grazia, e la morte non come fine di tutto, ma come inizio della realtà più vera e importante.
In un libretto intenso e commovente, agile e accessibile, i due polemisti cattolici Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro mostrano l’immane distanza tra la Messa di Padre Pio e la nuova visione della liturgia cattolica, come poli di una diametrale opposizione di fondo (A Gnocchi – M. Palmaro, L’ultima messa di Padre Pio. L’anima segreta del santo delle stigmate, Piemme, 2010, € 15).
Il 9 marzo del 1965 il cardinal Antonio Bacci, insigne latinista della Curia Romana, consegnò a Padre Pio, l’auspicato permesso per continuare la celebrazione della Messa secondo il Messale del 1962, ignorando dunque quelle variazioni approvate ad experimentum dal 1963 e che portarono in seguito, sotto Paolo VI, alla cosiddetta Nuova Messa.
Tre anni dopo, il 23 settembre del 1968, Padre Pio scomparve circondato da una diffusissima eredità spirituale, eredità che si pone in un certo senso in antitesi rispetto alle tendenze teologiche del momento storico, le quali non solo volevano avvicinare la liturgia cattolica a quella protestante – obliterando la necessaria dimensione sacrificale – ma avevano il programma dichiarato di passare nei confronti del mondo ateo e anticristiano, sia comunista che liberale, dall’“anatema al dialogo”.
Dalla promulgazione del Messale Romano rinnovato (1969-70) ad oggi sono trascorsi 40 anni esatti e il tempo ha potuto dire se l’albero ha prodotto buoni frutti.
Il calo immane delle frequenza religiosa e i numerosissimi richiami romani all’ordine avutisi in questi decenni sono la prova che qualcosa di profondo nella fede e nel modo di intendere il Culto divino è radicalmente mutato, sia nei sacerdoti che nei fedeli. La Messa di Padre Pio – in cui egli riviveva anche visibilmente la Passione del Calvario, indagata dai due autori grazie ai documenti lasciati da Giuseppe Pagnossin (1924-1987), detto dal santo “l’alfiere della verità” – fu per tanti anni come un’irruzione di grazia nel mondo sconsolato a causa delle guerre mondiali, della persecuzione dei cristiani e della sistematica distruzione della famiglia.
La dipartita di Padre Pio coincise con l’esplosione del ’68, l’ultima tappa della secolare rivoluzione anti-cristiana. Il ritorno al santo di Pietrelcina si pone oggi come una necessaria purificazione della mente e del cuore, tanto più urgente vista la miseria spirituale che monta e la tristizia dei tempi.
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Su Papa Benedetto (Interventi 41)

Il primo post che ho riportato sul viaggio di Benedetto XVI in Gran Bretagna ha avuto un commento molto interessante a cui l'autore non ha voluto apporre firma e che vi propongo (anche se con un po' di ritardo), è il tipo di lavoro cui vorrei tendere:

C'è da ringraziare Dio innanzi tutto per averci donato questo Papa contrario agli eccessi di modernismo (non al progresso e alla modernità) e che ha da subito dichiarato guerra al relativismo, terribile"cancro" dei giorni nostri che può colpire anche noi cattolici.

NOI appunto dobbiamo essere vicini al Santo Padre e sostenerlo in tutti i modi che ci sono possibili e tutte le volte che viene attaccato !
Prima di tutto pregando per lui e poi documentandoci per contrastare opinioni errate spesso fondate dalla lettura e l'ascolto di quei mass media contrari per interesse alla Chiesa.
Gli attacchi smorzati al primo giorno del suo viaggio sono la conseguenza che si ha quando ci si avvicina direttamente al Santo Padre documentandosi in prima persona e non dando retta ai mass media senza verificare.
Anche di questo ringraziamo Dio.
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lunedì 20 settembre 2010

100mila ragioni (Contributi 376)

Dal il Sussidiario propongo quest'articolo che traccia un bilancio del viaggio di Benedetto XVI in Gran Bretagna che, a dispetto delle previsioni pessimistiche, è stato molto positivo:

Il viaggio del Papa in Gran Bretagna è stato la dimostrazione di quanta ragione avesse Tertulliano quando diceva che il cristianesimo chiede solo una cosa, di non essere rifiutato senza essere conosciuto. Benedetto XVI non ha avanzato questa pretesa in modo preventivo, ma con il suo fare umile e nello stesso tempo fermo, ha costretto molti dei suoi detrattori d’Oltremanica, presenti in realtà più nei media che nelle piazze, a ricredersi. E, con un’onestà intellettuale rara dalle nostre parti, se si sconta qualche inevitabile eccezione, i giornali inglesi si sono ricreduti. L’hanno fatto di fronte ai centomila che hanno affollato, in modo inaspettato Hyde Park per la veglia di preghiera per la beatificazione di John Henry Newman (l’aspettativa era di non più di cinquantamila persone); l’hanno fatto soprattutto di fronte alle parole di Joseph Ratzinger, che ha smesso di essere il “Papa Rotweiler”, qualcuno anzi, di fronte al suo argomentare razionale, si è chiesto: possiamo dire che non abbia ragione?
Il fil rouge e la preoccupazione costante dei discorsi del Papa in Inghilterra mi pare di poterli individuare nella dimensione pubblica e totalizzante per la vita dell’avvenimento della fede. Una fede che per quanto riguarda l’iniziativa di Dio (l’ha ben spiegato parlando di Newman) è grazia e illuminazione, per quanto riguarda la libertà dell’uomo è questione di “conoscenza”. Il verbo conoscere, declinato in vari modi, è stato quello più ripetuto nei due discorsi dedicati al nuovo beato della Chiesa inglese, la cui opera (“specifico servizio”) è stata così riassunta da Benedetto XVI: “Alla fine della vita, Newman avrebbe descritto il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale”. Una lotta quindi contro il relativismo intellettuale e morale nel quale si esplica oggi il potere del mondo. Una passione per la verità - e si può dire che qui il Pontefice parli per esperienza personale - che comporta “un grande prezzo da pagare”.
A questo punto qui il Papa ha attualizzato il concetto di persecuzione: “Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia”. Qui, onde evitare ogni vittimismo autocommiserativo, ha subito rilanciato la palla in campo cristiano e richiamato la responsabilità soprattutto del “laicato”, indicandone nello stesso tempo l’errore: “Non vi può essere separazione tra ciò che crediamo e il modo in cui viviamo la nostra esistenza”. È il superamento di questa separazione tra fede e vita la responsabilità dei cristiani oggi. Uno iato per superare il quale non basta il richiamo alla tradizione.
Chissà se finalmente si capirà che questo Papa, che ama la Tradizione, non è tradizionalista. Risentiamo che cosa ha detto ad Hyde Park: “Nessuno che guardi realisticamente al nostro mondo d’oggi può pensare che i cristiani possano continuare a far le cose di ogni giorno, ignorando la profonda crisi di fede che è sopraggiunta nella società, o semplicemente confidando che il patrimonio di valori trasmesso lungo i secoli cristiani possa continuare ad ispirare e plasmare il futuro della nostra società”.
Il Papa della ragione, il Papa che difende la dignità dell’uomo ribadendo che la coscienza è indisponibile per il potere, il Papa che spiega il rapporto tra religione rivelata e politica ricordando il reciproco ruolo purificatore che intercorre tra fede e ragione… questo Papa può fondare tutta l’impalcatura del suo argomentare su un fatto presente. E l’ha ricordato durante l’omelia della Messa di beatificazione di Newman, prima di parlare della santità del grande teologo: “In primo luogo domenica è il giorno in cui nostro Signore Gesù Cristo risuscitò dai morti e cambiò per sempre il corso della storia umana offrendo vita e speranza nuove a quanti vivevano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Questa è la ragione per cui…”.
Conoscere questo fatto che attraversa la storia rende inaccettabile ogni sua riduzione intellettuale, morale o dottrinaria.
Dice il segretario di C.S. Lewis, Walter Hooper, raccontando la sua conversione: “Una domenica di Pasqua mi recai in cattedrale, e un vescovo anglicano iniziò l’omelia dicendo: ‘Cari fratelli, stamattina parlavo con il mio gatto, e gli domandavo: ma tu, o gatto, sei davvero sicuro che Gesù sia risorto?’. Me ne andai via disgustato; a casa accesi il televisore e vidi a Roma un uomo vestito di bianco esclamare a gran voce ‘Cristo è davvero risorto!’. Dove mai sarei potuto andare?”
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Novena a San Michele (dal 20 al 28 settembre)

Novena al Capo della Milizia Celeste (in collaborazione e unione con il gruppo "camminiamo insieme sul sentiero degli angeli") per queste intenzioni:

- per la Chiesa intera, la sua santità, il Santo Padre, tutti i sacerdoti di ogni ordine e grado, i consacrati e le consacrate, i fedeli tutti
- per tutta l'umanità che rifiuta Dio, affinché possa convertirsi
- per la nostra nazione e per l'europa perchè prenda coscienza che la sua origine è il cristianesimo
- per tutte le vittime di incidenti sul luogo di lavoro
e alcune intenzioni "ad personam" (ognuno può integrare la lista con le proprie personali intenzioni):
- Ettore, nato prematuro e in serio pericolo di sopravvivenza
- Matteo, neo sacerdote
- per due sposi che stanno separandosi e hanno due bimbi piccoli

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TESTO DELLA NOVENA
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20 settembre:1 Giorno:
Amabile San Michele Arcangelo, ti ringrazio delle grazie che hai distribuito al mondo e specialmente a me: mi hai preservato da tanti pericoli spirituali e corporali. Mi affido interamente alla Tua protezione e ti prego con riconoscenza: guida sempre i miei passi e accompagnami in questo pellegrinaggio terreno. Amen
Pater - Ave - Gloria
21 settembre:2 Giorno:
Dio Padre Onnipotente, Tu sia Benedetto in eterno per tutte le grazie di cui ci hai fatto dono; sia sempre lodata la tua infinita bontà per tutta la potenza, la dignità e gli onori che hai effuso in San Michele. E tu, San Michele Arcangelo, degno rappresentante di Dio, chiedi al Padre di concedermi tutte le grazie necessarie alla mia Salvezza, di illuminare la mia mente e purificare il mio cuore. Amen
Pater - Ave - Gloria
22 settembre:3 giorno:
Arcangelo San Michele, ti onoro insieme con tutti gli angeli e ti prego di ricordarti di me peccatore, supplicando il Padre, perché perdoni le mie colpe e mi conduca alla vita eterna. Amen
Pater - Ave - Gloria
23 settembre:4 giorno:
Mirabile Principe degli angeli, glorioso San Michele Arcangelo, Ti prego di intercedere presso la Divina Maestà per ottenermi la grazia di conservare in avvenire la Grazia di figlio di Dio, vivendo in modo da trovarmi degno della dolce compagnia degli Angeli del cielo. Amen
Pater - Ave - Gloria
24 settembre:5 giorno:
Principe degli Angeli, glorioso San Michele, ti lodo e ti benedico insieme con tutti gli angeli per la divina autorità che hai tu di assegnare gli angeli per la nostra custodia. Ti prego con il più vivo fervore di inviare i tuoi angeli a proteggermi nei momenti difficili, per difendermi dal maligno,liberami dai pericoli e conservami nella grazia di Dio. Amen
Pater - Ave - Gloria
25 settembre:6 giorno:
Arcangelo San Michele,potente esecutore della Giustizia Divina, vieni in mio aiuto,poiché sono continuamente tentato dal maligno che vuole turbare la mia mente e il mio cuore. Difendimi con la Tua protezione, in modo che io possa sempre fare ciò che è bene e che piace a Dio. Amen
Pater - Ave - Gloria
26 settembre: 7 giorno:
San Michele Arcangelo, capo nel regno celeste, mi rallegro con te per tutta la potenza e la grandezza che l'amore Divino ti ha concesso affidandoti il comando dell’esercito celeste. Ottienimi in particolare, la grazia di osservare sempre la legge Divina, secondo l'esempio e l'insegnamento di Gesù. Amen
Pater - Ave - Gloria
27 settembre:8 giorno:
Glorioso Principe San Michele Arcangelo,per quella gloria con cui risplendi sopra tutti gli angeli del cielo,ottienimi dalla Santissima Trinità le virtù e le grazie per conseguire l eterna beatitudine, affinché anche io possa,in cielo, glorificare Dio eternamente. Amen
Pater - Ave - Gloria
28 settembre: 9 giorno:
Potente Principe e grande protettore,San Michele,mi rifugio sotto lo scudo della tua costante protezione e ti prego di ottenere da Gesù Cristo la grazia di saper custodire il mio cuore e il mio corpo puro da ogni macchia. Amen
Pater - Ave - Gloria
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ATTO CONSACRAZIONE A S.MICHELE (da recitarsi ogni giorno)
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O glorioso San Michele Arcangelo, principe della milizia celeste, fedele e sottomesso agli ordini di Dio, vincitore dell’orgoglio di lucifero che hai respinto gli angeli ribelli nell’inferno, a te mi consacro, prendimi sotto la tua protezione a te consacro la mia famiglia,i miei beni, i miei amici e la mia casa. Difendimi e proteggimi nei pericoli della vita, assistimi come avvocato nell’ora della morte e conducimi nella gloria eterna accompagnato dagli Angeli e dai Santi
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si aggiungono due brevi preghiere, una a San Gabriele e una a San Raffaele:
San Gabriele Arcangelo, angelo dell'Incarnazione, apri le nostre orecchie agli appelli del Signore, facci attenti ai suoi Messaggeri. Aiutaci a comprendere la Parola di Dio così da poterla seguire e compiere ciò che Egli vuole da noi, nella nostra vita. Aiutaci ad essere anche noi "angeli" per tutti coloro che incontriamo. Insegnaci a sentirci responsabili di tutti e di ciascuno dei nostri fratelli perché possiamo, un giorno, giungere tutti insieme nel tuo Regno.

San Raffaele Arcangelo, rotettore di tutti i viaggiatori, accompagnaci con le tue legioni angeliche e liberaci dalle trappole delle potenze delle tenebre. Quando viaggiamo, proteggi noi, insieme a tutti i nostri compagni di viaggio. San Raffaele, guida caritatevole dei viaggiatori, tu che, per virtù divina operi guarigioni miracolose, degnati di guidarci nel corso del nostro pellegrinaggio terreno e suggeriscici i veri rimedi che potranno guarire la nostra anima e il nostro corpo. San Raffaele, patrono dei viaggiatori, prega per tutti noi.
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domenica 19 settembre 2010

Omelia del Papa nella Messa di beatificazione del Card. Newman (Contributi 375)

Questo il testo dell'omelia pronunciata domenica 19/9/2010 da Benedetto XVI nel presiedere, nel Cofton Park di Rednal a Birmingham, la Santa Messa di beatificazione del Servo di Dio John Henry Newman (1801-1890), Cardinale e fondatore degli Oratori di San Filippo Neri in Inghilterra:

Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

la giornata odierna che ci ha portati qui insieme a Birmingham è di grande auspicio. In primo luogo, è il giorno del Signore, domenica, il giorno in cui nostro Signore Gesù Cristo risuscitò dai morti e cambiò per sempre il corso della storia umana, offrendo vita e speranza nuove a quanti vivevano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Questa è la ragione per cui i cristiani in tutto il mondo si riuniscono insieme in questo giorno per dar lode e ringraziare Dio per le grandi meraviglie da lui operate per noi. Questa domenica particolare, inoltre, segna un momento significativo nella vita della nazione britannica, poiché è il giorno prescelto per commemorare il 70° anniversario della "Battle of Britain". Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940. Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti.
Ma vi è un ulteriore, più gioiosa ragione del perché questo è un giorno fausto per la Gran Bretagna, per le Midlands e per Birmingham. E’ il giorno che vede il Cardinale John Henry Newman formalmente elevato agli altari e dichiarato Beato.
Ringrazio l’Arcivescovo Bernard Longley per il cortese benvenuto rivoltomi questa mattina, all’inizio della Messa. Rendo omaggio a tutti coloro che hanno lavorato così intensamente per molti anni per promuovere la causa del Cardinale Newman, inclusi i Padri dell’Oratorio di Birmingham e i membri della Famiglia spirituale Das Werk. E saluto tutti coloro che sono qui venuti dall’intera Gran Bretagna, dall’Irlanda e da altrove; vi ringrazio per la vostra presenza a questa celebrazione, durante la quale rendiamo gloria e lode a Dio per le virtù eroiche di questo sant’uomo inglese.
L’Inghilterra ha una grande tradizione di Santi martiri, la cui coraggiosa testimonianza ha sostenuto ed ispirato la comunità cattolica locale per secoli. E tuttavia è giusto e conveniente che riconosciamo oggi la santità di un confessore, un figlio di questa Nazione che, pur non essendo chiamato a versare il proprio sangue per il Signore, gli ha tuttavia dato testimonianza eloquente nel corso di una vita lunga dedicata al ministero sacerdotale, specialmente alla predicazione, all’insegnamento e agli scritti. E’ degno di prendere il proprio posto in una lunga scia di Santi e Maestri di queste isole, san Beda, sant’Hilda, san Aelredo, il beato Duns Scoto solo per nominarne alcuni. Nel beato John Henry quella gentile tradizione di insegnamento, di profonda saggezza umana e di intenso amore per il Signore ha dato ricchi frutti quale segno della continua presenza dello Spirito Santo nel profondo del cuore del Popolo di Dio, facendo emergere abbondanti doni di santità.
Il motto del Cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, "il cuore parla al cuore", ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio. Egli ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina.
Come scrisse in uno dei suoi forbiti sermoni: "l’abitudine alla preghiera, che è pratica di rivolgersi a Dio e al mondo invisibile in ogni stagione, in ogni luogo, in ogni emergenza, la preghiera, dico, ha ciò che può essere chiamato un effetto naturale nello spiritualizzare ed elevare l’anima. Un uomo non è più ciò che era prima; gradualmente… ha interiorizzato un nuovo sistema di idee ed è divenuto impregnato di freschi principi" (Parochial and plain sermons, IV, 230-231). Il Vangelo odierno ci dice che nessuno può essere servo di due padroni (cfr Lc 16,13), e l’insegnamento del Beato John Henry sulla preghiera spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro, il quale soltanto ha il diritto alla nostra devozione incondizionata (cfr Mt 23,10). Newman ci aiuta a comprendere cosa significhi questo nella nostra vita quotidiana: ci dice che il nostro divino Maestro ha assegnato un compito specifico a ciascuno di noi, un "servizio ben definito", affidato unicamente ad ogni singolo: "io ho la mia missione – scrisse – sono un anello in una catena, un vincolo di connessione fra persone. Egli non mi ha creato per niente. Farò il bene, compirò la sua opera; sarò un angelo di pace, un predicatore di verità proprio nel mio posto… se lo faccio obbedirò ai suoi comandamenti e lo servirò nella mia vocazione" (Meditations and devotions, 301-2).
Lo specifico servizio al quale il Beato John Henry Newman fu chiamato comportò l’applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei più urgenti "problemi del giorno". Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo. Desidero rendere onore alla sua visione dell’educazione, che ha fatto così tanto per plasmare l’"ethos" che è la forza sottostante alle scuole ed agli istituti universitari cattolici di oggi.
Fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico, egli cercò di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso procedessero assieme. Il progetto di fondare un’università cattolica in Irlanda gli diede l’opportunità di sviluppare le proprie idee su tale argomento e la raccolta di discorsi da lui pubblicati come The Idea of a University contiene un ideale dal quale possono imparare quanti sono impegnati nella formazione accademica. Ed in verità, quale meta migliore potrebbero proporsi gli insegnanti di religione se non quel famoso appello del Beato John Henry per un laicato intelligente e ben istruito: "Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere" (The Present Position of Catholics in England, IX, 390).
Oggi quando l’autore di queste parole viene innalzato sugli altari, prego che, mediante la sua intercessione ed il suo esempio, quanti sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi siano ispirati ad un più grande sforzo dalla sua visione, che così chiaramente pone davanti a noi.
Mentre il testamento intellettuale di John Henry Newman è stato quello che comprensibilmente ha ricevuto le maggiori attenzioni nella vasta pubblicistica sulla sua vita e la sua opera, preferisco in questa occasione, concludere con una breve riflessione sulla sua vita di sacerdote e di pastore d’anime. Il calore e l’umanità che sottostanno al suo apprezzamento del ministero pastorale vengono magnificamente espressi da un altro dei suoi famosi discorsi: "Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, né compatirvi, né aver compassione per voi, né provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi, ed avervi condotto dal vostro uomo vecchio a vita nuova, come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente ("Men, not Angels: the Priests of the Gospel", Discourses to mixed congregations, 3).
Egli visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione. Non meraviglia che alla sua morte molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui. Cento vent’anni dopo, grandi folle si sono nuovamente qui riunite per rallegrarsi del solenne riconoscimento della Chiesa per l’eccezionale santità di questo amatissimo padre di anime. Quale modo migliore per esprimere la gioia di questo momento se non quella di rivolgerci al nostro Padre celeste in cordiale ringraziamento, pregando con le parole poste dal Beato John Henry Newman sulle labbra dei cori degli angeli in cielo:


Lode a Colui che è Santissimo nell’alto dei cieli
E lode sia nelle profondità;
Bellissimo in tutte le sue parole,
ma ben di più in tutte le sue vie!
(The dream of Gerontius).
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sabato 18 settembre 2010

Il passaggio di Benedetto smonta le proteste (contributi 374)

Ecco un'intervista ad Andrea Tornielli tratta da Il Sussidiario:
È cominciata ieri la visita di stato in Gran Bretagna di Benedetto XVI. Nel palazzo reale di Edimburgo il Papa ha incontrato la regina Elisabetta e il principe Filippo e ha tenuto il primo discorso ufficiale. Grande l’attesa, per un viaggio che i pronostici della vigilia non hanno annunciato facile. Fin dal viaggio in aereo, com’era avvenuto per il recente pellegrinaggio in Portogallo, il Papa ha toccato temi cruciali. Il sussidiario ne ha parlato con Andrea Tornielli, vaticanista del Giornale, al seguito di Benedetto XVI in questa visita nel Regno Unito.



Durante il volo da Ciampino a Edimburgo, tra i vari temi toccati il Papa è tornato sulla questione pedofilia, molto sentita in Gran Bretagna.
Sì, e ha detto cose molto forti. Ha detto che le rivelazioni sugli scandali sono state «uno shock» e un motivo di «grande tristezza», aggiungendo che per lui è stato difficile capire come si sia potuti arrivare ad una tale «perversione del ministero sacerdotale». Ha detto che l’autorità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante, veloce e decisa nel prendere le decisioni necessarie per contrastare gli abusi. E ha ribadito il tema della penitenza, della purificazione e della trasparenza. Ma il passaggio che più mi ha sorpreso è stato un altro, ed ha a che fare con il tessuto della società britannica, fortemente secolarizzata.


Parla di quando è stato chiesto al Papa come rendere la fede religiosa, specialmente cristiana, «anche più credibile e attrattiva» in un contesto come quello?
Sì, perché la risposta del Papa colloca la Chiesa all’opposto di un’idea di essa centrata sulle statistiche, sulla presenza numerica dei fedeli, all’opposto insomma di una visione egemonica. Ha detto che una Chiesa che cerca soprattutto di essere attrattiva sarebbe già su una strada sbagliata: la Chiesa, ha detto il Papa, «non lavora per sé, per aumentar i propri numeri e il proprio potere». «La Chiesa è al servizio di un Altro»: serve non per sé stessa ma per rendere accessibile agli uomini la verità di Gesù Cristo.


La verità della Chiesa non dipende dal suo consenso, insomma.
No. il Papa ha dato una risposta che vale non solo per la Gran Bretagna o per un luogo in cui i cattolici sono numericamente minoritari, ma per tutti. Nella misura in cui la Chiesa è trasparente e fa vedere Cristo, lì sta la sua ragione, non nei numeri, non nella sua influenza mondana.

Lei ha assistito all’incontro pubblico del Papa con la regina. Cosa può dire?
Benedetto XVI ha espresso parole di gratitudine alla regina Elisabetta già durante il volo. Il discorso della sovrana è stato molto formale, ha però riconosciuto alla Chiesa cattolica il grande ruolo che essa ha nell’educazione e contro l’uso della violenza. Se pensiamo alla valenza di queste parole rispetto al problema dell’Irlanda del nord, ne cogliamo subito l’importanza. Ha anche parlato del ruolo pubblico della religione e dunque del contributo positivo che viene dalla religione. Il Papa ha ripreso il tema dell’importanza delle radici cristiane, e ha dato atto alla Gran Bretagna di quello che ha fatto nella storia, soprattutto di essere stata baluardo contro la dittatura nazista.



«…la Gran Bretagna e i suoi capi - ha detto Benedetto XVI - si opposero ad una tirannia nazista che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente gli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere». La frattura tra Dio e società non è anche tipica della nostra società secolarizzata?
Sì, e secondo me la frase del Papa è tutt’altro che casuale. Parole comunque di alto valore simbolico, se pensiamo che sono pronunciate da un Papa di nazionalità tedesca. Benedetto poi ha difeso «quei valori tradizionali» e «quelle espressioni culturali che forme più aggressive di secolarismo non stimano più». Il popolo inglese non deve permettere, esorta il papa, che si oscuri il fondamento cristiano che sta alla base delle libertà che così profondamente segnano la storia e la civiltà inglese. Quel patrimonio deve continuare a «plasmare» la nazione. A mio modo di vedere l’elemento altamente positivo è stata la consonanza di vedute sul ruolo pubblico del cristianesimo: anche la regina lo ha detto chiaramente.


È accaduto raramente che un Papa andasse in un paese così secolarizzato, e in cui al tempo stesso la protesta contro di lui fosse così capillarmente organizzata. Lei che impressione ne ha avuto, a giudicare dal primo giorno di viaggio?
Intanto posso dire che nel settore riservato alle proteste, vicino al percorso del Papa, su 70 posti «democraticamente» destinati ai contestatori c’erano al massimo una decina di ragazzi che agitavano dei condom. Occorre tener presente che quando nell’’82 venne Giovanni Paolo II ci furono moltissime proteste e altrettanto se non più veementi, dunque bisogna abituarsi a guardare alla Chiesa e al papato con gli occhi della storia.


L’opinione pubblica britannica sarà capace di farlo?
La mia percezione, stando a quel che ho visto finora, è che se dal punto di vista mediatico l’attesa era incentrata solo sulle proteste, ora che la visita è iniziata e il Papa è qui, una differenza comincia a vedersi: l’attenzione dei media è rivolta tutta a quel che Benedetto XVI dice e a quel che è, lui, in persona. Non vorrei essere troppo ottimista, ma secondo me questo è comunque destinato a cambiare un po’ l’opinione pubblica.
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martedì 14 settembre 2010

Di roghi, sciocchezze e odio (Post 110)

Qualcuno aveva proposto nei giorni scorsi di bruciare pubblicamente il Corano in occasione del nono anniversario della strage delle Twin Tower. La proposta, onestamente, non mi è mai piaciuta. Primo perchè, personalmente non brucerei mai un libro, secondo perchè mi sembrava una proposta sciocca che sicuramente aveva molti effetti negativi e nessuno positivo. Non è con il muro contro muro che si ottiene qualcosa ma con la proposta umile ma concreta di un positivo.
Cristo non ha affrontato la realtà di 2000 anni fa con la forza della violenza ma l'ha vinta con il Suo sacrificio e la Sua misericordia.
Noi cristiani abbiamo un positivo da annunciare a tutti: caro uomo il tuo limite, il tuo peccato e il tuo dolore sono già vinti, sconfitti. E questo non in un possibile paradiso futuro, ma già - qui ed ora - esiste concreta la possibilità di vivere la fatica e il dolore in modo da non esserne schiacciati.
Anche di fronte all'odio più estremo e immotivato, alla violenza più inaudita è sempre data una possibilità di redenzione che sta a noi offrire (pregando molto per avere la forza di farlo) e alla libertà del colpevole accettare.
La persona di Gesù Cristo, la Sua compagnia presente nella storia (si chiama Chiesa) è concretamente questa possibilità.
Per questo la proposta di bruciare pubblicamente il Corano era una sciocchezza che, per fortuna non si è realizzata. Sarebbe stato solo un generare ulteriore odio e nuova distruzione.
Solo che ora il Corano non è stato bruciato ma comunque l'odio è venuto fuori velenoso come sempre in un altro paese, l'India, dove ogni pretesto è buono per attaccare i cristiani.
Il Corano non è bruciato, le chiese e chi vi era dentro si.

Le parole e le opere (Contributi 373)

Propongo ai frequentatori del blog questo editoriale di SamizdatOnLine:

Le forze che muovono il cuore dell'uomo sono le stesse che muovono la storia. Nel bene e nel male. Difficilmente ci scomodiamo per qualcosa di cui non ci importa veramente.

Per andare a prendersi un bicchiere d'acqua occorre che proviamo sete.
Per impegnarsi in politica occorre avere a cuore il bene comune, o nell'ipotesi peggiore e normale desiderare un qualche tipo di potere personale.
Accudire un moribondo, spalare escrementi, battersi per una legge sulla famiglia sono attività che devono avere ragioni adeguate per potere essere intraprese. In mancanza di queste ragioni esse rimangono a livello di parole: azioni meritevoli di cui ci piace parlare e che magari potremmo anche pensare di rendere nostre, se non c'è nessun altro che possa e niente di meglio da fare.
Guardiamoci negli occhi: possiamo protestare con tutte le nostre forze che, se venisse l'occasione, saremmo i primi a tirare su ed accogliere un miserabile in fin di vita, pulirlo, stargli vicino. Magari ne siamo pure intimamente convinti. Resta il fatto che siamo qui e non in India, a farlo veramente.
Perché accade ciò? Perché in realtà non siamo convinti noi stessi per primi. Oppure perché valutiamo di più altro: comodità, soldi, ecc. Qualcosina, in fondo, ci dice "Ma chi te lo fa fare". Ci dice "Magari non è vero".
Ricorre il centenario della nascita di Madre Teresa di Calcutta. Ad un giornalista che le chiedeva perché assistesse gli ultimi della terra, "per pietà?", lei ribattè: "Ma no! Per Cristo!"
Madre Teresa è stata grande perché in lei le parole e le opere coincidevano. Si è messa in gioco completamente con le convinzioni e i desideri del suo cuore: è quella che chiamiamo fede. Tutti abbiamo fede in qualcosa, che è ciò che ci fa agire: una fede che male che vada è nella vita comoda, in noi stessi. Otterremo risultati tanto più grandi quanto è grande il soggetto di quella fede.
La piccola santa aveva fede in Dio, che è infinito amore, bellezza, giustizia. I risultati sono stati proporzionali.
In questo momento politico, della famiglia, delle grandi promesse fatte a suo tempo non si parla più. L'istante ed il cuore dei politici chiamano ad altri temi: e le parole ruotano intorno ad essi.
Perdonate se mi interessano poco. Al mio cuore gliene frega praticamente niente del potere.
Io vorrei ricominciare a parlare di famiglia, di sussidiarietà, di vita vera.
Che diventino opere.
E non rimangano più solo ciò che Amleto rispose quando gli fu chiesto cosa stava leggendo: parole, parole, parole.

Berlicche socio di SamizdatOnLine
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lunedì 13 settembre 2010

Dignità, perdono e amore (Post 109)

L’ultimo post pubblicato faceva un’interessante e realistica considerazione: ciò che ha dato dignità alla donna è stato l’avvento del cristianesimo. Mi sento però di allargare il concetto anche a tutta l’umanità nel suo insieme: ciò che ha dato dignità ad ogni uomo, meglio chi ha fatto ciò, è stato Gesù Cristo. Come è stato detto nei commenti al suddetto post “l’evento Cristo segna un punto di non ritorno”. In altre parole dopo Cristo (il muro che divide la storia fra un prima e un dopo di Lui) nulla è più come prima ma tutto acquista una luce ed una dignità nuova.

Chi ha riscattato l’uomo e l’ha risollevato dal baratro in cui il suo essere peccatore l’aveva gettato, chi cerca perennemente l’uomo per abbracciarlo e rigenerarlo è stato, è e sarà Gesù Cristo, l’incarnazione della Misericordia del Padre.
Quel Padre che, nella parabola del Vangelo di domenica scorsa esce incontro ai figli, sia a quello giovane che aveva sperperato i suoi beni vivendo da dissoluto (ma era rientrato in se stesso tornando pentito a casa) ma anche a quello maggiore che, stando sempre a fianco del genitore non ne aveva compreso l’amore sconfinato e si risente del fatto che il Padre perdoni il fratello peccatore. Gesù Cristo è quindi l’amore che redime e rigenera l’uomo e gli conferisce una rinnovata dignità.
Dio resta quindi quell’amore sconfinato che, sempre per citare una lettura della liturgia di ieri, si commuove alla preghiera di un solo uomo, Mosè e recede dal Suo proposito di distruggere il popolo eletto che Gli aveva voltato le spalle per costruirsi un vitello d’oro.
E a proposito di preghiera: voglio ringraziare tutti coloro che hanno aderito all’evento di preghiera proposto su facebook (che al momento attuale assommano a 578 provenienti da varie parti, anche fuori d’Italia), il pregare insieme, anche se ognuno nel suo ambito personale, ci mette in comunione fra noi, come tante piccole “vedove insistenti” al punto che è nato il desiderio che quello che era nato come occasionale momento di preghiera diventi possibilmente stabile e permanente.
Sono i miracoli che opera l’amore del Padre cui siamo testimoni a dispetto dei nostri demeriti e dei quali dobbiamo essere testimoni ed annunciatori.
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venerdì 10 settembre 2010

Salvata Sakineh, ma lapidato il Medioevo (Contributi 372)

Propongo all'atttenzione dei lettori questo interessante articolo di Antonio Socci:

C’è un diritto all’ignoranza, ma per la povera gente che non ha potuto studiare, non per i premi Nobel, né per i “maestri del pensiero” che pontificano dalle prime pagine dei giornali prendendo topiche imbarazzanti.

Non si può far la guerra al pregiudizio usando i pregiudizi (più sciocchi), non si può combattere l’oscurantismo esibendo la più crassa ignoranza.
Tanto meno per una causa nobile come la salvezza definitiva della povera Sakineh, la ragazza iraniana dallo sguardo dolce e triste, di cui ieri è stata sospesa la lapidazione.
A cosa mi riferisco? Alla prima pagina della Repubblica di ieri. Che, sotto il titolo “L’appello dei Nobel ‘Salvate Sakineh’ ” riportava, in caratteri grandi, questo testuale virgolettato: “Fermiamo l’orrore sul corpo di quella donna. La lapidazione è medievale, una punizione che non esiste nel Corano”.

Assurdità
Mi sono stropicciato gli occhi e ho riletto: “la lapidazione è medievale”. Sotto questa colossale baggianata, riprodotta fra virgolette e in caratteri grandi, la Repubblica ha riportato i nomi dei Premi Nobel Shirin Ebadi, Luc Montagnier, Rita Levi Montalcini, Harald Zur Hausen, Claude Cohen-Tannoudji e Gerhard Ertl.
Ma dall’articolo si evince che la frase è dell’avvocatessa iraniana, premio Nobel per la Pace, Shirin Ebadi che ha testualmente detto: “La lapidazione è una forma di punizione medievale che non esiste sul Corano”.
Lasciamo perdere la seconda parte della frase (“una punizione che non esiste nel Corano”), anche se sospetto che i mullah di Teheran conoscano ciò che dicono il Corano e gli altri testi normativi dell’Islam meglio di noi.
La cosa che mi ha fatto sobbalzare è quell’altra, perché è platealmente falsa: “la lapidazione è medievale”. Non so se la Ebadi intendeva parlare del “Medioevo islamico”, ne dubito perché altrimenti avrebbe dovuto dirlo.
In ogni caso, siccome la Repubblica non esce in Iran, ma in Italia, siccome ha scritto Medioevo tout-court (senza l’aggettivo islamico), siccome questa è la definizione dell’epoca cristiana data dall’Illuminismo e siccome è tipico della cultura europea post-illuminista attribuire al Medioevo cristiano ogni turpitudine, è naturale intendere il “proclama” che ieri stava sulla prima pagina di Repubblica come un anatema contro il Medioevo per antonomasia, il nostro Medioevo.
E allora qui c’è da trasecolare. Quando mai nel Medioevo si sono lapidate le presunte donne adultere? Per scrupolo professionale ho voluto consultare un medievista a 24 carati come Franco Cardini che, ovviamente, ha negato che nel Medioevo i cristiani lapidassero le donne ritenute adultere.
Anzi. La celeberrima pagina del Vangelo in cui Gesù salva l’adultera dalla lapidazione, prevista dalla legge ebraica di quel tempo, ha segnato una svolta storica. La pietà e il perdono di Dio irrompono nel mondo e lo ricreano.


Gesù liberatore delle donne
Quella pagina è una pietra miliare perché rappresenta in modo drammatico tutta la novità portata da Gesù rispetto all’antica Legge. E’ una rivoluzione che lui dovrà pagare con la vita.
Gesù mostra al mondo la struggente tenerezza di Dio verso i peccatori, rivela il “Padre misericordioso” che corre incontro al figlio scialacquatore pentito e lo riempie di abbracci e onori.
Gesù pronuncia parole durissime proprio contro quelli che si ritengono “perbene”, contro chi pretende di non essere peccatore, di non aver bisogno di perdono e di aver diritto di lapidare gli altri.
Questi “maestri della legge” vengono da lui chiamati “ipocriti” e “sepolcri imbiancati”. Gesù tuona: “Serpenti, razza di vipere! Come potrete evitare i castighi dell’inferno?” (Matteo 23, 4 e sgg). Gesù dice loro provocatoriamente: “i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno dei cieli” (Mt 21, 31).
Dopo Gesù il mondo non è più lo stesso. Finisce anche l’orrore della schiavitù femminile. Non si uccide più una donna per un suo presunto peccato. Era un orrore che accomunava tutte le civiltà antiche: nella Roma imperiale, patria del diritto, una donna poteva essere ammazzata dal marito o anche dal suocero perfino per motivi futili, come aver bevuto del vino.
Eva Cantarella, nel suo libro “Passato prossimo”, spiega che su una figlia il padre ha diritto di vita o di morte (Ponzio Aufidiano per esempio uccise la figlia innocente quando scoprì che era stata violentata).
E ovviamente il marito può uccidere la moglie in caso di adulterio di lei. Ma non viceversa. Catone diceva: “se sorprendi tua moglie mentre commette adulterio, puoi ucciderla impunemente; se lei sorprende te invece non può toccarti nemmeno con un dito”.
Era pratica sociale accettata la soppressione o l’abbandono delle figlie femmine o anche il cedere la propria moglie come Catone che dette Marzia all’amico Ortensio (anche Ottaviano si fece cedere Livia dal marito).
Con il cristianesimo inizia l’unica, vera e duratura rivoluzione per le donne. E’ con Gesù, letteralmente con la sua venuta, che la donna acquista una dignità che non aveva mai avuto e che, anche giuridicamente, è pari all’uomo. E la più alta fra le creature sarà la Madonna.
Ricordo che perfino Roberto Benigni, nelle sue letture della Commedia dantesca, commentando il XXXIII del Paradiso, che inizia con la celebre preghiera alla Vergine, diceva: “la donna ha cominciato ad avere la possibilità di dire ‘sì’ o ‘no’ da quando Dio stesso ha chiesto a Maria di Nazaret il suo libero sì o no”.
Il medioevo è la prima, grande fioritura della civiltà cristiana ed è finalmente l’epoca della storia in cui non si è più potuto lapidare la donna adultera, né considerare la donna un oggetto su cui esercitare diritto di vita o di morte.
Qualcuno obietterà: ma come, stiamo dandoci da fare per salvare una povera donna dalla barbara lapidazione e tu pianti una grana in difesa del Medioevo. Sì. Perché in definitiva la salvezza delle tante Sakineh sta solo nella novità portata dal cristianesimo. Come è stato per l’Europa.
E’ vero quindi l’esatto contrario di quanto proclamato dalla prima pagina di Repubblica. Proprio il Medioevo segna, nella storia mondiale, la fine di quell’orrore. La Ebadi avrebbe dovuto dire: purtroppo non siamo al Medioevo cristiano.
Ovviamente non è che il Medioevo sia stato pieno solo di santi: gli uomini continuavano a essere peccatori e barbari. Ma si era invertito il corso della storia che andava verso la sopraffazione e la violenza sistematica sui deboli, i vecchi, i malati, i bambini e le donne. Il Medioevo avrà avuto i suoi difetti, ma non lapidava le donne.
Umberto Eco, che è una firma autorevole di Repubblica ed è un appassionato di quell’epoca potrebbe spiegarlo in un attimo alla redazione di quel giornale. Perché è incredibile che il quotidiano più diffuso, un giornale importante come Repubblica cada in questo colossale errore.

Pregiudizi
Come può accadere? Mi dice Cardini: “perché sui media ci sono cose di cui si può parlare male impunemente: il Medioevo è una di queste. E lo si fa per parlar male del cristianesimo su cui tutti si sentono in diritto di sputare”.
C’è un meraviglioso libro della medievista francese Régine Pernoud, pubblicato da Bompiani, “Medioevo. Un secolare pregiudizio”, che demolisce proprio i tanti luoghi comuni calunniosi che dal Settecento sono stati ingiustamente diffusi sul Medioevo. Basati su falsità e ignoranza.
L’ignoranza, il preconcetto nutrito di luoghi comuni, la scarsa conoscenza della storia sono tutti ingredienti di quel, più ampio, planetario pregiudizio anticristiano, anzi “pregiudizio anticattolico”, che il sociologo Philip Jenkins, in un suo libro, ha definito “l’unico pregiudizio ammesso”.
In effetti l’epoca del “politically correct”, che ha messo al bando tutti i pregiudizi basati sull’appartenenza etnica, religiosa, sessuale o sociale, ammette solo quello contro la Chiesa cattolica.
Sulla Chiesa e sui cattolici di oggi e di ieri si possono impunemente sparare sentenze di condanna morale e culturale, immotivate e ingiuste.
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giovedì 9 settembre 2010

Una doverosa rettifica (Post 108)

Si era parlato in un post precedente di una foto scattata con un cellulare a Medjugorje ad una statua della Madonna i cui occhi risultavano diversi da quelli della statua con grande stupore del proprietario del telefonino.
Già nei giorni successivi alla pubblicazione c'erano state reazioni alla notizia.
Oggi mi è arrivata una documentata esposizione che spiega perchè l'immagine non è originale e poichè l'autore è un fotografo credo che il suo parere vada preso in seria considerazione.
Fermo restando che vi invito a leggere sia il post originale sul mio blog (per focalizzare di cosa stiamo parlando) che la risposta dell'amico fotografo tento qui di farne una sintesi estrema:
- Sulla foto in questione l'autore dell'articolo, basandosi sulla sua esperienza di fotografo, ha subito delle perplessità, dettagli che possono sfuggire ad occhi non allenati sono invece subito colti da quelli esperti. Continuando ad essere perplesso sull'immagine e quanto la circonda (il cellulare "incriminato" si rompe poco dopo che l'immagine viene estratta, la statua non si trova a Medjugorje ma a Tihaljina, paese non troppo distante, ma neanche vicinissimo) l'autore si reca a Medjugorje in pellegrinaggio e qui scopre che l'immagine è tranquillamente venduta quale souvenir in alcuni negozi. Ora l'autore dell'articolo non accusa il Sig. Tomarchio (proprietario del "fu" cellulare in cui si è trovata la foto) e crede alla sua buona fede, ma restano perplessità sulla pubblicità data alla cosa.
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Certo l'immagine è suggestiva anche se risulta essere terrestre e non celeste.
Ma un'osservazione nasce spontanea: chi ha fede non penso abbia bisogno di belle immagini e chi non crede, scoperto il "trucco" può essere ancora più portato al dubbio.
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mercoledì 8 settembre 2010

L'evento di preghiera comincia (Interventi 40)

L'evento di preghiera proposto su Fecebook e anche qui sul blog (per i distratti o nuovi arrivati vedere QUI) è al suo inizio. Riporto il commento di una carissima amica (arrivato in data 7/9) a questo proposito e invito chiunque a partecipare e a diffondere l'iniziativa (e come già detto non chiediamo neanche i diritti d'autore):

Caro amico, l'idea di questo evento è stata senz'altro suggerita dallo Spirito Santo che opera in coloro che sono docili alla sua azione...il momento che il mondo cristiano vive non è certo dei più facili, anzi, è proprio difficile e c'è il rischio che il nostro Credo sia soffocato dall'ideologia che l'ateismo sta cercando di divulgare, favorendo, anche se involontariamente, l'avanzare di altre confessioni religiose come l'islam, molto più fondamentaliste del nostro cristianesimo...
Si può comprendere allora l'urgenza di trovarsi tutti uniti in preghiera per scongiurare che l'identità dei cristiani sia disconosciuta.
La Madonna è la nostra ancora di salvezza e ricorrendo a lei si è certi che le nostre preghiere, se fatte con il cuore, non vanno perdute ma arrivano subito a destinazione...
Gesù come buon Figlio obbediente non può non accogliere ciò che gli chiede la propria Madre.
Ricordiamo Maria alle Nozze di Cana che chiamando i servi disse:" fate quello che Egli vi dirà". Perché non dovrebbe ancora avvenire la stessa cosa? Anche noi abbiamo finito il vino, anche il nostro cristianesimo si è annacquato, è necessario ridargli sapore e vigore...
Gesù ha ancora il potere di cambiare l'acqua in vino e lo fa ancora sull'invito di Sua madre...
Preghiamo con fede amici, i risultati ci saranno, crediamoci ed invitiamo altri a fare lo stesso.

Domani si inizia...buona preghiera a tutti!
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Faccio mia la frase finale e dico, si va a cominciare, buona preghiera a tutti.
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martedì 7 settembre 2010

Gianna Jessen, feto abortito 33 anni fa (Contributi 371)

L'intervento è del 2000, il blog che l'ha pubblicato l'ha fatto nel 2008, io lo scoperto oggi che siamo nel 2010 e ve lo propongo perchè quanto detto non ha scadenza ma resta sempre vero. Dedico questo brano agli abortisti (anche se non credo frequentino il mio blog), a coloro che pensano che un feto non sia una persona e a tutti coloro che amano la vita sempre e comunque:

Mi chiamo Gianna Jessen. Vorrei dirvi grazie per la possibilità di parlare oggi. Non è una piccola cosa dire la verità. Dipende unicamente dalla grazia di Dio il poterlo fare. Ho 23 anni. (ora sono 33)
Sono stata abortita e non sono morta.
La mia madre biologica era incinta di sette mesi quando andò da Planned Parenthood nella California del sud e le consigliarono di effettuare un aborto salino tardivo. Un aborto salino consiste nell’iniezione di una soluzione di sale nell’utero della madre. Il bambino inghiottisce la soluzione, che brucia il bambino dentro e fuori, e poi la madre partorisce un bambino morto entro 24 ore.
Questo è capitato a me! Sono rimasta nella soluzione per circa 18 ore e sono stata partorita VIVA il 6 aprile 1977 alle 6 del mattino in una clinica per aborti della California. C’erano giovani donne nella stanza che avevano appena ricevuto le loro iniezioni ed aspettavano di partorire bambini morti. Quando mi videro, provarono l’orrore dell’omicidio. Un’infermiera chiamò un’ambulanza e mi fece trasferire all’ospedale. Fortunatamente per me il medico abortista non era alla clinica. Ero arrivata in anticipo, non si aspettavano la mia morte fino alle 9 del mattino, quando sarebbe probabilmente arrivato per il turno d’ufficio.
Sono sicura che non sarei qui oggi se il medico abortista fosse stato alla clinica dato che il suo lavoro è togliere la vita, non sostenerla. Qualcuno ha detto che sono un “aborto mal riuscito”, il risultato di un lavoro non ben fatto.
Fui salvata dal puro potere di Gesù Cristo.
Signore e Signori, dovrei essere cieca, bruciata… dovrei essere morta! E tuttavia, io vivo!

Rimasi all’ospedale per circa tre mesi. Non c’era molta speranza per me all’inizio. Pesavo solo nove etti. Oggi, sono sopravvissuti bambini più piccoli di quanto lo ero io. Un medico una volta mi disse che avevo una gran voglia di vivere e che lottavo per la mia vita. Alla fine potei lasciare l’ospedale ed essere data in adozione.
Per via di una mancanza di ossigeno durante l’aborto vivo con la paralisi cerebrale. Quando mi fu diagnosticata, tutto quello che potevo fare era stare sdraiata. Dissero alla mia madre adottiva che difficilmente avrei mai potuto gattonare o camminare. Non riuscivo a tirarmi su e mettermi a sedere da sola.
Attraverso le preghiere e l’impegno della mia madre adottiva, e poi di tanta altra gente, alla fine ho imparato a sedere, a gattonare e stare in piedi. Camminavo con un girello e un apparecchio ortopedico alle gambe poco prima di compiere quattro anni.
Fui adottata legalmente dalla figlia della mia madre adottiva, Diana De Paul, pochi mesi dopo che cominciai a camminare. Il Dipartimento dei Servizi Sociali non mi avrebbe rilasciato prima per essere adottata.
Ho continuato la fisioterapia per la mia disabilità e, dopo in tutto quattro interventi chirurgici, ora posso camminare senza assistenza. Non è sempre facile. A volte cado, ma ho imparato a cadere con grazia dopo essere caduta per 19 anni.
Sono così grata per la mia paralisi cerebrale. Mi permette di dipendere veramente solo da Gesù per ogni cosa.
Sono felice di essere viva. Sono quasi morta. Ogni giorno ringrazio Dio per la vita. Non mi considero un sottoprodotto del concepimento, un pezzo di tessuto, o un altro dei titoli dati ad un bambino nell’utero. Non penso che nessuna persona concepita sia una di quelle cose.
Ho incontrato altri sopravvissuti all’aborto. Sono tutti grati per la vita. Solo alcuni mesi fa ho incontrato un’altra sopravvissuta all’aborto. Si chiama Sarah. Ha due anni. Anche Sarah ha la paralisi cerebrale, ma la sua diagnosi non è buona. È cieca ed ha delle gravi crisi . L’abortista, oltre ad iniettare nella madre la soluzione salina, la inietta anche nelle piccole vittime. A Sarah l’ha iniettata nella testa. Ho visto il punto della sua testa dove l’ha fatto. Quando parlo, non parlo solo per me stessa, ma per gli altri sopravvissuti, come Sarah, ed anche per quelli che non possono parlare…
Oggi, un bambino è un bambino, quando fa comodo. È un tessuto o qualcos’altro quando non è il momento giusto. Un bambino è un bambino quando c’è un aborto spontaneo a due, tre, quattro mesi. Un bambino è chiamato tessuto o massa di cellule quando l’aborto volontario avviene a due, tre, quattro mesi. Perché? Non vedo differenza. Che cosa vedete? Molti chiudono gli occhi…
La cosa migliore che posso farvi vedere per difendere la vita è la mia vita. È stata un grande dono.
Uccidere non è la risposta a nessuna domanda o situazione. Fatemi vedere come possa essere la risposta.
C’è una frase incisa negli alti soffitti di uno degli edifici del parlamento del nostro stato [la California]. La frase dice: “Ciò che è moralmente sbagliato, non è corretto politicamente”. L’aborto è moralmente sbagliato. Il nostro paese sta spargendo il sangue degli innocenti. L’America sta uccidento il suo futuro.
Tutta la vita ha valore. Tutta la vita è un dono del nostro Creatore. Dobbiamo ricevere e conservare i doni che ci sono dati. Dobbiamo onorare il diritto alla vita.
Quando le libertà di un gruppo di cittadini indifesi sono violate, come per i nascituri, i neonati, i disabili e i cosiddetti “imperfetti”, capiamo che le nostre libertà come NAZIONE e Individui sono in grande pericolo.


Vengo oggi a parlare in favore di questa legge a favore della protezione della vita. Vengo a parlare per conto dei bimbi che sono morti e per quelli condannati a morte. Learned Hand, un giurista americano rispettato (del nostro secolo) disse: “Lo spirito della libertà è lo spirito che non è troppo sicuro di essere giusto; lo spirito della libertà è lo spirito che cerca di capire le opinioni degli altri uomini e donne; lo spirito della libertà è lo spirito che pesa i loro interessi insieme ai propri, senza pregiudizi; lo spirito della libertà ci ricorda che neanche un passero cade a terra inosservato; lo spirito della libertà è lo spirito di Colui che, circa 2000 anni fa, ha insegnato all’umanità la lezione che non ha mai imparato, ma non ha mai dimenticato; che c’è un regno dove gli ultimi saranno ascoltati e considerati accanto ai più grandi.”
Dov’è l’anima dell’America?! Voi membri di questo comitato: dov’è il VOSTRO cuore? Come potete trattare le questioni di una nazione senza esaminare la sua anima? Uno spirito omicida non si fermerà davanti a nulla finché non avrà divorato una nazione. Il Salmo 52,2-4 dice: “Lo stolto pensa: «Dio non esiste». Sono corrotti, fanno cose abominevoli, nessuno fa il bene. Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c'è un uomo saggio che cerca Dio. Tutti hanno traviato, tutti sono corrotti; nessuno fa il bene; neppure uno.”
Adolf Hitler una volta disse: “L’abilità ricettiva delle grandi masse è solo molto limitata, la loro comprensione è piccola; d’altro lato la loro smemoratezza è grande. Essendo così, tutta la propaganda efficace deve essere limitata a pochissimi punti che a loro volta dovrebbero essere usati come slogan finché l’ultimo uomo sia capace di immaginare che cosa significhino tali parole”. Gli slogan di oggi sono: “Il diritto di una donna di scegliere”, “Libertà di scelta”, eccetera.
C’era una volta un uomo che parlava dall’inferno (ne parla il capitolo 16 di Luca) che disse: “Sono tormentato da questa fiamma”. L’inferno è reale. Così lo è Satana, e lo stesso odio che crocifisse Gesù 2000 anni fa, ancora si trova nei cuori dei peccatori oggi. Perché pensate che questa intera aula tremi quando menziono il nome di Gesù Cristo? È così perché Egli è REALE! Egli può dare grazia per il pentimento e perdono a voi ed all’America. Noi siamo sotto il giudizio di Dio – ma possiamo essere salvati attraverso Cristo. Dice la Lettera ai Romani: 5,8-10: “Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo NEMICI, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.”
La morte non ha prevalso su di me… ed io sono così grata!!!
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domenica 5 settembre 2010

Evento di preghiera

Tramite il gruppo presente su Facebook collegato a questo gruppo è stato proposto un evento di preghiera con queste caratteristiche (data inizio e data fine non sono casuali):

Evento: Preghiera per la Cristianità intera

Organizzato da: Il pensiero cristiano
Data Inizio: 8 settembre 2010 (natività di Maria)
Data Fine: 15 settembre 2010 (B.V. Addolorata)

Il mondo si sta sempre di più allontanando da Dio e cresce l’ ostilità nei confronti della Chiesa Cattolica, per una ripresa di coscienza delle radici storico culturali dell’Europa.


Intenzioni:
1) per la riscoperta delle radici giudaico-cristiane dell’ Europa
2) per i Cristiani perseguitati in tutti i Paesi del mondo
3) per una vera e piena unità di tutti i Cristiani
4) per il viaggio apostolico di S.S. Benedetto XVI in Gran Bretagna del 16-19/09/2010
5) per la santità della Chiesa e di tutti i suoi ministri


Si propone la recita del Rosario (chi non potesse o riuscisse può recitare anche una sola decina)


Credo (simbolo apostolico)
Rosario (o decina)
invocazione NOSTRA SIGNORA DELLE VITTORIE, PREGA PER NOI


LITANIE
Signore pietà Signore pietà
Cristo pietà Cristo pietà
Signore pietà Signore pietà
Cristo ascoltaci Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici Cristo esaudiscici
Padre celeste Dio Abbi pietà di noi
Figlio Redentore del mondo Dio Abbi pietà di noi
Spirito Santo Dio Abbi pietà di noi
Santa Trinità unico Dio Abbi pietà di noi


Santa Maria prega per noi
Santa Madre di Dio prega per noi
Madre di Cristo prega per noi
Madre della Chiesa prega per noi
Vergine potente prega per noi
Stella del mattino prega per noi
Tabernacolo dell’eterna gloria prega per noi
Rifugio dei peccatori prega per noi
Aiuto dei Cristiani prega per noi
Salute degli infermi prega per noi
Regina degli angeli prega per noi
Regina della pace prega per noi

S. Michele Arcangelo prega per noi
S. Michele, vincitore di Lucifero e degli angeli ribelli prega per noi
S. Michele, protettore della Chiesa cattolica prega per noi


S. Gabriele Arcangelo prega per noi
S. Gabriele, angelo delle grandi liberazioni del popolo di Dio prega per noi
S. Gabriele, angelo della lode prega per noi


S. Raffaele arcangelo prega per noi
S. Raffaele, rifugio nelle avversità prega per noi
S. Raffaele, nella fame, la peste e la guerra prega per noi

Santo Angelo Custode prega per noi
Angeli tutti di Dio pregate per noi
Santi e Sante di Dio pregate per noi

Chiediamo l’ intercessione dei Patroni e delle Patrone d’ Europa:
S. Benedetto da Norcia prega per noi
Santi Cirillo e Metodio pregate per noi
S. Brigida di Svezia prega per noi
S. Caterina da Siena prega per noi
S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) prega per noi


Angelo di Dio…
Sia lodato il Santissimo Nome di Gesù Cristo    Ora e sempre.
Amen
****************
chiunque può aderire, proporla ad altri, aggiungere intenzioni personali (mantenendo quelle in essere), pubblicizzarla ecc. ecc.
Non si chiede neanche i "diritti d'autore" (che per altro non sarebbero neanche miei ma di due mie amiche, una romana e una delle marche). Il desiderio mio e di chi ha proposto questo evento è che si preghi, si maturi e si testimoni la fede.
Per dirla con parole mie, che maturi in noi e nella società il pensiero cristiano.
Buona e santa preghiera a tutti.
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