Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

martedì 26 novembre 2019

SCO 35 - Chi fa una donazione fa del bene a se stesso

Lunedì 25 novembre 2019

 + Dal Vangelo secondo Luca (21,1-4)
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del Tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È un atto di Fede grandioso questo compiuto dalla vedova povera, non si può perdere il minimo che si ha per vivere senza la certezza della presenza di Dio nella propria vita, senza la convinta affidabilità di Dio che interviene sempre in soccorso dei suoi piccoli.
Fare del bene è facile per i benestanti, farlo con amore è difficoltoso,  dipende dallo spirito che si possiede, dalla bontà o dalla vanità, dall’amore verso i poveri o dall’amore esclusivo verso se stessi.
Togliersi qualcosa del molto che si possiede di superfluo lo fanno in tanti.
Molti cristiani non comprendono l’importanza dell’elemosina, non c’è questa santa preoccupazione di aiutare i bisognosi e di condividere con loro i propri beni. Quasi tutti gli adulti sono preoccupati di lasciare ai figli i beni accumulati in tanti anni di lavoro ed è una scelta legittima, quasi tutti però lo fanno senza pensare alle conseguenze e all’utilizzo.
C’è una evidente distinzione tra un genitore che lascia in eredità milioni di euro e chi lascia poche decine di migliaia di euro.
Qui mi riferisco solamente al benestante, chi possedeva molto e si è preoccupato solo dei figli, commettendo un gesto egoistico. La donazione ai figli è stata compiuta con la mira di far restare i soldi in famiglia, sempre appartenenti al genitore donatore anche se dall’aldilà non può utilizzarli. Non c’è alcuna apertura all’esterno dove vivono milioni di italiani poveri e bisognosi di tante cose.
Gesù ce lo ha ricordato: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a Me» (Mt 25,40).
L’elemosina ai meno fortunati dovrebbe essere spontanea nei cristiani, le parole di Gesù accrescono la bontà dell’opera e la sublimano.
L’elemosina dei cristiani è di una qualità superiore se viene accompagnata dall’autenticità del gesto. È vera carità perché associata alla compassione per quanti non hanno cibo per mangiare e questo avviene in tutte le città italiane, ovunque in Italia sono presenti molti poveri privi del necessario sostentamento.
Chi è ricco o benestante non deve considerare i suoi beni come idoli da ammirare, non deve riporre in essi la sua compiacenza, questo però può avvenire lo stesso a livello inconscio e la sua vita inevitabilmente si svuota della sana spiritualità, non ha più una Fede forte, può anche perdere la comunione con Dio per la mancanza di preghiera.
I cristiani donano per amore, aiutano perché vedono nei poveri il Volto di Cristo e c’è sincera pietà umana. Questa pietà non c’è nei ricchi egoisti.
La solidarietà esprime un’unione dei cuori, una partecipazione alle difficoltà altrui, il sostegno alle opere che si costruiscono per la comunità.
L’elemosina o la donazione autentica, cioè sincera e ricolma di amore, oltre a sollevare i bisognosi o a favorire opere buone per il bene di tanti, causa in chi compie queste elemosine o donazioni, un bene elevatissimo, non quantificabile.
L’elemosina allora è finalizzata alla conversione di chi la fa, non di chi la riceve. Chi la fa ne riceve maggiori benefici spirituali.
L’elemosina permette di espiare una grande quantità di peccati, tanto che la persona buona e intelligente fa molte donazioni con spirito umile e sincero, sapendo di fare del bene a sé. L’effetto più importante e più spirituale della donazione ricade su chi la compie.
Gesù oggi nel Vangelo non condanna i ricchi, c’erano benestanti che offrivano somme ingenti al Tempio. Nelle sue parole evidenzia il nobile gesto della vedova che ha donato tutto quello che possedeva. Questi gesti fanno emergere una differenza.
Gesù sottolinea che molti gettavano quanto avevano di superfluo, quindi non erano preoccupati del domani, possedevano cibo e altro. Essi del denaro avevano la considerazione dell’idolo, lo tenevano stretto e lo custodivano con molta cura, magari per vederlo aumentare. Un atteggiamento che esclude Gesù Cristo.
La donna aveva fiducia in Dio, non conosceva Gesù e non sapeva che Egli ricompensa cento volte tanto quanti compiono buone opere.
Senza la Luce di Gesù è impossibile vedere la scelta migliore in ogni circostanza, la strada da percorrere per salire verso il monte della personale trasfigurazione spirituale, che richiede lo spogliamento o l’abbandono di tutto ciò che si oppone all’amore, alla verità, alla giustizia, al perdono, alla sincerità.
La riflessione sulle buone opere da compiere nella vita, induce ad un cambiamento progressivo che conduce ad un’altra certezza ed è l’esistenza di Dio. Rimanendo aggrappati ai beni materiali, sono questi beni a dare la sicurezza e non spingono a pregare di più. Se una persona ha molti beni, quasi sempre si illude di avere il futuro garantito e rimane indifferente a tutto il resto. È insensibile.
Questo pensiero esclude Gesù e non suscita mai una preghiera profonda e fiduciosa.
Gesù oggi dà una spiegazione dei beni materiali, li considera necessari ma senza riporre in essi la speranza del futuro, senza lasciarsi dominare dalla paura di averne pochi o perché si posseggono quelli sufficienti per una vita dignitosa.
Quello che non possono fare i beni materiali, ci arrivano dalla Grazia di Dio. La Fede in Gesù e la devozione alla Madonna sono tutto.
Riporre tutta la fiducia in Gesù ci fa vivere nella vera gioia, la speranza in Lui è una vera Grazia, un grande aiuto psicofisico.
I ricchi devono fare donazioni con l’amore che posseggono, ma con retta intenzione. Potrebbero far gioire molti poveri e aiutare le opere sante.
La condivisione è essenziale, anche per quello che si può, senza dare solo del superfluo ma qualcosa a cui si è legati fin troppo.
Non si compie l’elemosina per dare una rinfrescata alla coscienza o per ostentare generosità davanti agli amici, è invece l’appartenenza a Cristo che deve spingere a dare aiuti con amore e a fare elemosine, perché oltre ad esprimere grandi gesti di bontà verso gli altri, si dimostra di avere compreso il messaggio centrale del Vangelo.

domenica 24 novembre 2019

SCO 34 - Gesù è il Re: perché satana ha grande potere?

Domenica 24 novembre 2019 Gesù Cristo Re dell'universo

+ Dal Vangelo secondo Luca (23,35-43)
In quel tempo, dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è Lui il Cristo di Dio, l’Eletto». Anche i soldati Lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se Tu sei il Re dei Giudei, salva Te stesso». Sopra di Lui c’era anche una scritta: «Costui è il Re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce Lo insultava: «Non sei Tu il Cristo? Salva Te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; Egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno». Gli rispose: «In verità Io ti dico: oggi sarai con Me nel Paradiso». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nei racconti di Maria Valtorta viene descritto Gesù massacrato dalle torture, crocifisso e morto in Croce. Non si direbbe proprio la morte di un Re. Così l’hanno etichettata i nemici, una fine visibile «disonorevole» del Maestro buono e umile, cosa che appare anche ai cristiani tiepidi, e la considerano una morte sconfortante.
Umanamente è questa la conclusione a cui arrivano molte persone poco spirituali.
Riguardo la Passione di Gesù non possono dare la definizione corretta perché non comprendono nulla degli aspetti soprannaturali, come si muove Dio. Molti giudicano Gesù come un Uomo buono che è stato crocifisso per la reazione degli ebrei.
Soprattutto gli ebrei hanno seminato continue zizzanie contro la Vita e l’uccisione di Gesù Cristo. Per loro non può essere risorto.
San Matteo descrive il complotto degli ebrei: «I sommi sacerdoti si riunirono con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: “Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia”. Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi» (Mt 28,11-15).
I cristiani hanno l’assoluta certezza della Risurrezione di Gesù non solo per quanto hanno scritto e testimoniato numerosi che Lo hanno visto Risorto e quindi Onnipotente vittorioso sulla morte, anche per quanto hanno compiuto i Santi nel suo Nome in questi duemila anni. I Santi che veneriamo hanno ottenuto l’impossibile, come miracoli inspiegabili per la scienza, e solo per l’intervento di Gesù Re dell’Universo.
Altro che non è Figlio di Dio. Chi lo afferma è senza Dio!
Non solamente crediamo per Fede, noi abbiamo incalcolabili prove che Gesù è vivo e sempre operante per donare il suo Amore e la sua Grazia.
La sua Passione e crocifissione è stata abbracciata da Gesù e non imposta dagli uomini. D’altronde, come potevano prevalere sul Signore se aveva dimostrato di scacciare i diavoli, dominare la natura, risuscitare i morti, guarire lebbrosi, muti, sordi, zoppi?
L’atto di Amore infinito (in tutti i sensi) fatto dal Signore, deve farci riflettere lungamente.
Non c’è mai stato un uomo o una donna disponibili a lasciarsi torturare e crocifiggere per amore di persone sconosciute. Nessuno ha mai mostrato un amore più grande di quello che Gesù ci ha donato.
Poi non era necessario morire crocifisso per redimere l’umanità, l’obbedienza docile di Gesù al Padre è stata commovente. La sua morte ha riparato il peccato infinito di Adamo ed Eva, ha mostrato quanto ci ama Dio, ci ha indicato che ogni forma di sofferenza si può sublimare e trasformarla in una straordinaria preghiera.
Gesù Risorto è quindi la dimostrazione che la Vita non poteva rimanere avvolta nella morte, e la vita di ognuno di noi può diventare piena di luce e di amore, se ci lasciamo plasmare dall’azione dello Spirito del Signore.
Ma se Egli è vivo perché il mondo è nelle mani di satana?
Questo è il secondo quesito che bisogna spiegare. Dopo avere visto che Gesù è vivo, è risorto nonostante l’odio luciferino degli ebrei membri del sinedrio, convinti di essersi liberati definitivamente del grande Profeta consegnandolo a Pilato, adesso vediamo perché satana rimane libero di agire nel mondo.
«Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare» (1 Pt 5,8).
In questa Lettera San Pietro esorta alla vigilanza perché satana è libero dalle catene. Fra breve non lo sarà più, ma lo è stato perché la libertà di agire la posseggono anche i diavoli, entro certi limiti stabiliti da Dio, soprattutto riguardo la conservazione della vita. Se Dio non avesse imposto questo limite, i diavoli avrebbero distrutto tutto, annientato l’umanità da molti secoli.
Nell’Apocalisse viene spiegata la fine davvero ingloriosa che faranno molto presto i diavoli, dopo avere torturato con indicibili vessazioni miliardi di persone ed avere condotto incalcolabili uomini e donne nell’inferno, immersi nelle torture che non avranno mai fine perché eterne.
Diversi Santi hanno visto l’inferno, ricordo qui Santa Veronica Giuliani, Santa Teresa d’Avila, Santa Faustina Kowalska. Esse fecero l’esperienza di vedere l’inferno e rimasero scioccate. Furono esperienze drammatiche delle tre Sante, videro le identiche scene di persone che bruciavano senza consumarsi, il fuoco e tanto fumo. Sentirono bestemmie di ogni tipologia, urli che mettevano brividi, lamenti provenire da caverne profonde. Leggiamo la testimonianza di Santa Faustina Kowalska.
«Oggi, sotto la guida di un Angelo, sono stata negli abissi dell’inferno. È un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste:
la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio;
la seconda, i continui rimorsi di coscienza;
la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai;
la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio;
la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio;
la sesta pena è la compagnia continua di satana;
la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie.
Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità».
I diavoli nel mondo sono molto operativi, possono compiere tutto quello che viene permesso dalle persone che non pregano. I cristiani hanno il potere di schiacciarli e di scacciarli nel Santissimo Nome di Gesù Cristo.
In questi tempi i diavoli hanno portato nel mondo incalcolabili anime dannate, donne e uomini finiti all’inferno e obbedienti a satana.
Chi finisce all’inferno desidera ardentemente la stessa fine dannata anche per i propri familiari viventi, nonostante il profondo amore scambievole intrattenuto quando vivevano insieme. Chi si trova nell’inferno non può amare nessuno, odia Dio e tutto, anche le persone che amava follemente quando era in vita!
I diavoli e le persone dannate che operano oggi nel mondo sono combattivi ma condizionati dalle nostre preghiere. I diavoli sono troppo intelligenti e diventano imbecilli non appena recitiamo una sola Ave Maria. Per questo è urgente consacrarci al Cuore Immacolato della Madonna.
Hanno terrore di ogni preghiera che recitiamo con Fede, amore, umiltà. Tremano dinanzi ai cristiani che agiscono con amore e onestà, docili alla Volontà di Dio e cercano di conoscerla nella preghiera o tramite il Sacerdote. I diavoli perdono potere dinanzi ai cristiani che pregano bene, praticano i Sacramenti e le virtù, si rinnegano e sono obbedienti.
Nonostante le micidiali battaglie dei diavoli contro l’umanità, Gesù è sempre il Re dell’Universo, tutto rimane sotto il suo controllo e quelli che pregano ottengono grandi vittorie contro i diavoli e le proprie debolezze.
Anche se nel mondo quasi tutto appare corrotto, marcio, immorale, verrà molto presto il tempo della mietitura e il Signore ripristinerà la giustizia, la verità, l’armonia cosmica. Nessuno deve abbattersi se patisce ingiustizie o cattiverie in questo momento o le ha sopportate in passato, Gesù darà la vittoria ai suoi seguaci che la chiedono con costanza e fedeltà.
Il Regno di Gesù è spirituale ed è presente nei cuori che a Lui obbediscono. Cuori buoni, puri, semplici, che ardono di amore per Lui.

Atto Consacrazione del genere umano a Cristo Re

« O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguarda a noi umilmente prostrati innanzi a te. Noi siamo tuoi, e tuoi vogliamo essere; e per vivere a te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi, oggi spontaneamente si consacra al tuo Sacratissimo Cuore.
« Molti, purtroppo, non ti conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, ti ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia e degli uni e degli altri e tutti quanti attira al tuo Sacratissimo Cuore.
« O Signore, sii il Re non solo dei fedeli, che non si allontanarono mai da te, ma anche di quei figli prodighi che ti abbandonarono; fa' che questi, quanto prima, ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. Sii il Re di coloro, che vivono nell'inganno e nell'errore, o per discordia da te separati: richiamali al porto della verità, all'unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.
« Largisci, o Signore, incolumità e libertà sicura alla tua Chiesa, concedi a tutti i popoli la tranquillità dell'ordine: fa' che da un capo all'altro della terra risuoni quest'unica voce: Sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salute; a lui si canti gloria e onore nei secoli dei secoli. Amen ». Pio XI
(Indulgenza plenaria, se si recita pubblicamente nella solennità di Cristo Re; parziale, invece, se si recita privatamente)

FC 3 - Cristo Re

Il Papa Pio XI, istituendo nell'anno Giubilare 1925 la nuova solennità di Cristo Re, pubblicava la sapientissima enciclica « Quas primas ». 
Ne riportiamo i punti principali.
« Avendo concorso quest'Anno Santo non in uno ma in più modi, ad illustrare il regno di Cristo, ci sembra che faremo cosa quanto mai consentanea al Nostro apostolico ufficio, se, assecondando le preghiere di moltissimi Cardinali, Vescovi e fedeli fatte a Noi, sia da soli, sia collettivamente, chiuderemo questo stesso Anno coll'introdurre nella sacra Liturgia una festa speciale di Gesù Cristo Re. Da gran tempo si è usato comunemente di chiamare Cristo con l'appellativo di Re, per il sommo grado di eccellenza che ha in modo sovraeminenie fra tutte le cose create. In tal modo infatti, si dice che Egli regna nelle menti degli uomini, non solo per l'altezza del suo pensiero e per la vastità della sua scienza, ma anche perché Egli è la Verità, ed è necessario che gli uomini attingano e ricevano con obbedienza da lui la verità. Similmente Egli regna nelle volontà degli uomini sia perché in Lui alla santità della volontà divina risponde la perfetta integrità e sottomissione della volontà umana, sia perchè con le sue ispirazioni influisce sulla libera volontà nostra, in modo da infiammarci verso le più nobili cose. Infine Cristo è riconosciuto Re dei cuori, per quella sua carità che sorpassa ogni comprensione umana e per le attrattive della sua mansuetudine e benignità ».
La regalità di Gesù Cristo « consta di una triplice potestà: la prima è la potestà legislativa. È dogma di fede che Gesù Cristo è stato dato agli uomini quale Redentore in cui essi debbono riporre la loro fiducia e nel tempo stesso come Legislatore, a cui debbono ubbidire. In secondo luogo egli ebbe dal padre la potestà di giudicare il cielo e la terra, non solo come Dio, ma ancora come uomo. Infine diciamo che Gesù Cristo ha pure il diritto di premiare o punire gli uomini anche durante la loro vita ».
Dove si trova il regno di N. S. Gesù Cristo? Di quali caratteri particolari è dotato? Come si acquista? Il regno di N. S. Gesù Cristo « ha principalmente carattere soprannaturale e attinente alle cose spirituali. Infatti quando i Giudei e gli stessi Apostoli credevano per errore che il Messia avrebbe reso la libertà al popolo ed avrebbe ripristinato il regno di Israele, Egli cercò di togliere loro dal capo queste vane attese, e questa speranza ». Così pure quando la folla, presa da ammirazione per gli strepitosi prodigi da lui operati, voleva acclamarlo re, egli miracolosamente si sottrasse ai loro sguardi e si nascose: ed a Pilato che l'aveva interrogato sul suo regno rispose: « Il mio regno non è di questo mondo ». L'ingresso in questo regno soprannaturale, si attua mediante la penitenza e la fede, e richiede nei sudditi il distacco dalle ricchezze e dalle cose terrene, la mitezza dei costumi, la fame e la sete di giustizia ed inoltre il rinnegamento di se stessi per portare la croce dietro al Signore. Ecco il programma di ogni cristiano che vuole essere vero suddito di Gesù Cristo Re!
MASSIMA. Al regno di Cristo tutti gli uomini sono invitati a entrare mediante la penitenza; questo regno è opposto al regno di Satana e richiede che i suoi sudditi tengano l'animo distaccato dalle ricchezze terrene, e che prendano la loro croce per seguire Gesù Cristo Re. Pio XI.
PRATICA. Consacratevi con tutto il cuore alla sequela di Gesù Cristo, eleggetelo per re della vostra mente, del vostro cuore e della vostra vita.

venerdì 22 novembre 2019

3S 10 - Se non c’è una ragione per vivere, non c’è nemmeno una ragione per essere onesti

Propongo all'attenzione di chi mi legge QUESTO articolo dal sito 3 sentieri quale spunto di riflessione e di invito al realismo.
I commenti sono sempre graditi.


giovedì 21 novembre 2019

3S 9 - Per un cattolico riparare i peccati è un dovere

Invito a leggere questo articolo dal sito 3 sentieri che ci ricorda l'atto della riparazione, quanto mai necessaria in questo periodo. 
Potete commentare in questo post.



martedì 12 novembre 2019

SCO 33 - La tremenda fine di chi ha venduto l’anima al diavolo

Lunedì 11 novembre 2019

+ Dal Vangelo secondo Luca (17,1-6)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la Fede!». Il Signore rispose: «Se aveste Fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In pochi versetti Gesù inserisce tre pensieri che suscitano molta riflessione in quanti hanno dato un senso alla loro vita. Gli altri non se ne curano, soprattutto quelli che scandalizzano con indecenze devastanti e istigano al Male quelli che ascoltano o vedono, ma tutto si ritorcerà contro gli autori.
È difficile per chiunque arrivare a descrivere questi tre detti che Gesù, solo Lui, mette insieme.
Lo scandalo, il perdono e la Fede, vengono spiegati con poche parole e collegate tra loro. Lo scandalo è devastante per chi lo commette e i suoi cattivi esempi stravolgono la sensibilità di molti seguaci che li imitano e cadono negli stessi errori gravissimi.
Chi commette scandalo, «insegna» ulteriore immoralità e una spinta alla depravazione a milioni di persone che ne vengono a conoscenza tramite i mezzi di comunicazione. Quanti conoscono gli scandali dei prelati, dei politici e dei personaggi pubblici, fanno propri ulteriori impulsi ad imitare gli stessi atti immorali, e annettono nell’inconscio impulsi provocatori che determinano un cambiamento nello stile di vita.
Molti hanno assunto come motto che tutto è lecito, altri non lo pensano ma avvertono nuove inclinazioni dopo avere conosciuto gli scandali altrui.
Le nuove inclinazioni verso il male devono creare un allarme nel cristiano per rafforzare la resistenza, deve capire di trovarsi sempre davanti a un bivio e se è comprensibile il peccato commesso per debolezza, è invece pericoloso cercare e cadere volontariamente nella brace del peccato.
Lo scandalo è come finire in una voragine, ma molti sciocchi esaltano i loro scandali, parlano pubblicamente delle immoralità che commettono.
C’è la tendenza contagiosa e scandalosa di parlarne apertamente e far sapere delle loro depravazioni, simili agli animali. I motivi vanno ricercati nella loro psiche, ciò che li unisce è la mancanza di dignità, equilibrio e saggezza.
Sono molte le tipologie di scandali da analizzare, oggi lo scandalo è diventato normalità, e i buoni che non commettono scandali sono osservati con sufficienza dai disonesti e malpensanti.
Ogni settore della vita è contagiato dall’immoralità e pochi riescono a resistere agli appelli di personaggi «simpatici», retribuiti per lanciare determinati messaggi subliminali o non dire, non scrivere oggettive verità.
Ci sono giornalisti che amano travisare la realtà, ma non è per incapacità, essi la percepiscono senza i valori umani basilari.
Altri scrivono secondo l’orgoglio e un odio fanatico, maestri solo nel negare l’evidenza.
Non si possono leggere gli scritti di quanti sostengono l’immigrazione e la loro appartenenza politica atea. Quasi tutti sono di provenienza comunisti, qualcuno riesce ad essere corretto nel raccontare la politica se parla di quella straniera, come un corrispondente di un quotidiano che ha scritto un buon libro sugli Stati Uniti.
Per il resto solo parole di odio e un concentrato di falsità, una storia che inventano e le menzogne più numerose delle parole che scrivono.
Sono diventati molti i personaggi dello spettacolo «costruiti» in laboratorio con la finalità di depravare l’umanità, diffondere scandali e spingere tutti ad imitarli. È difficile per i più deboli resistere ai messaggi amorali lanciati da cantanti o da altri «famosi» che in pubblico sono solo bravi a mantenere la maschera sul volto.
Perché in realtà molti di loro hanno venduto l’anima a satana e le loro capacità sono prestate dai diavoli, i quali li torturano adesso e poi nell’inferno.
Diversi anni fa vi ho citato Bob Dylan, descritto da un suo (ex) amico come un incapace chitarrista e dopo due mesi divenne il più bravo di tutti. È raccontato in un libro: «Suonò a una festa, sembrava un altro. Come in quella storia di “bluesman” che a un crocevia incontrano il diavolo e assumono poteri magici.
Quando è tornato suonava Woody, Van Ronk, faceva il “fingerpicking” e suonava l’armonica, tutto in soli due mesi, non in un anno».
Dylan disse all’amico: «Ero andato al crocevia e avevo fatto il grande patto con diavolo, tutto in una sola notte. Quando tornai a Minneapolis si chiedevano: “Ma dove è stato?”. “Sei stato al crocevia?”».
Il 30 maggio 2015 Dylan ha confessato pubblicamente di avere venduto l’anima al diavolo.
Tantissimi volti di milioni di «famosi» hanno impressi i segni del diavolo, anche nello sport, nella politica e in tanti altri ambienti di successo.
Queste persone non credono in Dio o non se ne curano e per loro l’anima è un’invenzione o la ignorano perché accecati dalla follia del successo, del potere, del denaro da ottenere con qualsiasi mezzo. Ma vivono come dei disgraziati esauriti e in una dimensione
Non credono nell’aldilà e appare come un gioco vendere l’anima al diavolo. Non comprendono che i loro pensieri cesseranno di esistere perché saranno i diavoli a pensare in essi, ad ispirare le parole, a desiderare determinate scelte, a cercare il piacere viscerale.
Sono possedute dai diavoli queste persone? Sì. La presenza dei diavoli varia secondo l’adesione al Male e l’ambizione. Ci sono personaggi malvagi e altri molto malvagi. Direi disumani per la capacità di creare tremende forme di Male sociale e nel privare il popolo di aiuti indispensabili, come avviene in Venezuela.
Ognuno ha un patto personale e un tremendo debito con i diavoli!
Lo scandalo si vince con la Fede, una Fede che può diventare grande anche se al momento è minima. La Fede si coltiva con i Sacramenti, la preghiera, le virtù, l’onestà, la bontà, la verità. Una Fede forte ottiene da Gesù anche l’impossibile, perché Lui desidera donarci tutto quello che ci necessita.
Molti di quanti mi scrivono, mi chiamano o vengono a trovarmi, mi raccontano delle Grazie ricevute proprio per la Fede con cui si chiede.
Molti mi chiedono di continuare come in passato la pubblicazione delle testimonianze dei nostri parrocchiani virtuali, io in questo tempo ho preferito scrivere più insegnamenti per aiutarvi, le vostre testimonianze troveranno spazio a tempo debito.
È Gesù che dà le Grazie, la Madonna raccoglie le nostre preghiere e libera dal Male, dalle negatività demoniache, proprio perché noi preghiamo con Fede. Solo questo possiamo fare per ricevere anche miracoli impossibili.
Perdonate nei vostri cuori chi vi ha fatto del male, il perdono fa perdere potere ai diavoli e riusciamo dove tutto appare difficile.

lunedì 11 novembre 2019

SCO 32 - Disposti a tutto per il successo

Domenica 10 novembre 2019   XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 + Dal Vangelo secondo Luca (20,27-38)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi -i quali dicono che non c’è risurrezione- e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli Angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per Lui». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In questo commento aggiungo altre spiegazioni sui Vangeli dei giorni scorsi. Abbiamo meditato sull’astuzia disonesta di un amministratore dei beni di un ricco e sulla scaltrezza dei figli di questo mondo. Questi sono distaccati dalla Volontà di Dio e non posseggono le virtù come i figli della Luce.
I figli di questo mondo sono smaliziati calcolatori, mostrano una capacità intuitiva efficace, ma sono privi della Grazia di Dio e del suo Amore, non riescono a praticare la bontà con l’intenzione insegnata da Gesù e non comprendono l’importanza dei valori morali.
Il fatto stesso di vivere senza Dio e in uno stato perenne di peccato, arreca ad essi danni spirituali profondi e la loro mentalità diventa somigliante a quella di satana. Diventa fatale questa comunione tra i peccatori malvagi e satana, in quanto mossi dalla stessa mentalità.
I figli di questo mondo sono atei, anticlericali, indifferenti a Dio, assaliti da continui pensieri perversi, schiavi dei vizi, bugiardi, ingannatori, subdoli, ipocriti, malpensanti, diffamatori, avidi, immorali, corrotti, ingiusti, vendicativi.
È una grande disgrazia lasciarsi dominare da tutti i pensieri che arrivano alla mente, senza discernimento e con l’agitazione che già manifesta la mancanza dello Spirito Santo. Sono le tentazioni dei diavoli e della mentalità che posseggono, a far eseguire tutto meccanicamente e con premurosa smania, curando l’illusione di stare bene e di vivere la migliore vita...
La vita dei figli di questo mondo è opposta al Vangelo ed essi non se ne rendono conto, la loro mira è di fare solo quello che pensano, senza alcun confronto con chi li ha creati né con le condizioni in cui si trovano le persone che hanno compiuto le loro identiche scelte.
I radical chic sono troppo ridicoli, ottusi, meschini nelle finte gioie che dicono di vivere, solo perché compiono quello che pensano. Solo quello. D’altronde per loro Dio non esiste, i pochi che dicono di credere Lo dimenticano presto per uniformarsi a quelli con cui bere un aperitivo, coltivare amicizie opportune nei momenti di necessità e non per ultimo, fare parte di una Loggia per spianare la carriera e diventare famosi. Molti sono disposti a tutto per il successo.
Gioiscono quando ingannano o agiscono con teatrale ipocrisia, ma non è vera gioia. Come possono gioire se precipitano sempre più giù nelle tenebre e la loro mente è annebbiata, la loro mentalità diventa sempre più uguale a quella dei diavoli?
È un grande dispiacere per me la constatazione della vita sbagliata dei figli di questo mondo. Non capiscono che perdono la vera felicità e la vita eterna rimanendo lontani da Gesù, ed è questa lontananza a renderli facilissime prede di satana e in essi lui fa tutto quello che vuole!
Questa è la vera ragione della acutezza mentale e della rapidità operativa dei figli di questo mondo. Sono aiutati da satana e questo disgraziato aiuto dovrà essere ripagato lautamente, fino a quando non avranno gustato tutte le immoralità del mondo per poi precipitare nell’inferno.
Già in questo mondo vivono l’anticipo dell’inferno. Guardate la vita di molti personaggi pubblici, l’inconsistenza della loro vita, molto spesso tragicamente dannosa per gli altri che li seguono o per l’Italia, trattandosi di politici.
Se i figli di questo mondo sono invasi e devastati dai diavoli e in molti casi eccellono in qualche campo, anche per la loro profonda cattiveria e magistrale ipocrisia, i figli di Dio invece faticano per conquistare posti autorevoli e mostrare i loro talenti.
Non deve essere un dramma quando i buoni incontrano ostacoli strani e persone vendute al Male, perché la vicinanza a Gesù, la sua Grazia e la preghiera costante, faciliteranno prima o poi il raggiungimento di quanto è meritevole e si desidera di buono.
I buoni cristiani sono portatori dell’Amore di Dio e la stessa vicinanza scombussola tutti quelli che vivono in comunione con satana.
Le difficoltà momentanee che incontrano i cristiani autentici, non sono inutili, essi guadagnano meriti davanti a Dio e si arricchiscono del suo Spirito. Non bisogna mai disperare se qualche buon progetto di vita incontra ostacoli per un periodo, nulla deve farci perdere la gioia interiore e la certezza che «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37)
Oggi Gesù nel Vangelo risponde a una domanda e chiarisce che Dio è vivo e Lo incontrano quelli che vivono da vivi.
Sembra un paradosso affermarlo ma molti Ministri sacri vivono privi della presenza del Dio vivo, quello predicato da Gesù. Sono senza Dio e le loro scelte di vita, le loro parole, le iniziative che corrodono la Fede cattolica, l’apertura alle altre religioni o presunte tali, indicano che per tutti loro Dio è morto.
Non obbediscono alla sua Parola, non osservano il Vangelo, sono divenuti seguaci della dottrina protestante dell’eretico Lutero.
Il grande tema dibattuto in questi secoli dai protestanti riguarda la giustificazione ed essi lo trovano conveniente, perché secondo Lutero i cristiani non si salvano in base ai Sacramenti, alle buone opere come insegna Gesù Cristo, si salvano invece per la fede. Chi crede è salvo...
E la Confessione? Non serve a nulla. Le buone opere e una vita onesta? Non valgono a nulla. Come ci si salva? Per Fede. È una follia.
Questa è la nuova dottrina protestante presente in molti della gerarchia e tutte le iniziative prendono corpo da questo assunto: se ci salviamo per Fede non serve la Confessione, non vale nulla il Santo Rosario, la Santa Messa si può cambiare (e lo faranno), le penitenze e la pratica delle virtù sono una banalità.
Se ne deduce che neanche le buone opere sono necessarie per la salvezza eterna. No, sono buone opere solo quando si accolgono gli immigrati, si pratica l’accoglienza dei musulmani anche nelle parrocchie e nei conventi. E i cinque milioni di italiani poveri? Fatti loro, se la vedano loro. Così ragionano molti Ministri sacri!
Hanno messo Lutero al posto di Gesù e questo eretico negava la transustanziazione come trasformazione di pane e vino in Corpo e Sangue di Cristo. Per Lutero non esiste l’Eucaristia né ha senso la Santa Messa. Queste sono alcune delle sue posizioni eretiche.
Il Vangelo oggi spiega che Dio è vivo e che Lo percepiscono vivo i cristiani che osservano la sua Parola. Il pretesto per la discussione arriva dai sadducei, essi negavano la risurrezione e Gesù rappresentava un ostacolo alla diffusione della loro dottrina. Il loro scopo era quello di rendere criticabile, biasimevole Gesù, e posero una domanda.
La sua risposta circostanziata afferma che Dio è vivo per coloro che vivono uniti a Lui, gli altri non Lo percepiscono e sono in errore!
La risurrezione insegnata da Gesù riguarderà tutti gli esseri umani esistiti, e l’aldilà sarà conosciuto da tutti, ognuno andrà dove ha scelto in questa terra con la sua vita e le sue opere, buone o cattive.
«Dio non è Dio dei morti», afferma il Signore e di conseguenza solo chi vive per Dio, vive davvero una vita bella, felice, appagante.
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SCO 31 - Le catacombe e la conversione di Costantino

Sabato 9 novembre 2019

Dedicazione della Basilica Lateranense

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (2,13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel Tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del Tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo Tempio è stato costruito in quarantasei anni e Tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma Egli parlava del Tempio del suo Corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. 


Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questa celebrazione ci permette di considerare le origini della Santa Chiesa, quando erano presenti al suo interno molti uomini incorruttibili e virtuosi, non aveva incalcolabili macchie causate dai suoi figli come continua ad avvenire in questi tempi.
Nel sentire comune quando si parla degli scandali nella Chiesa si pensa all’Istituzione Chiesa, mentre si intendono solo i suoi Ministri infedeli.
La Chiesa del Laterano è ritenuta madre di tutte le Chiese dell’Urbe e dell’Orbe, di Roma e del mondo.
Fu Sant’Elena, madre coraggiosa e devotissima di Gesù a mediare a favore dei cattolici che pregavano nelle catacombe e per sua intercessione il figlio Costantino donò alla Chiesa, finalmente visibile, il palazzo del Laterano nel 312 e nel 320 vi aggiunse la Chiesa del Laterano, che divenne in assoluto la prima Basilica del Cristianesimo.
È la più antica e la più imponente per eccellenza. Iniziata nel 320 venne consacrata da Papa Silvestro il 9 novembre 324.
Da allora i Papi presero dimora al Laterano e vi si svolsero nei secoli futuri duecentocinquanta Concili, di cui cinque ecumenici.
L’importanza straordinaria di questa Chiesa è data dal trionfo che conobbero i cristiani che avevano pregato per III secoli nelle catacombe, nascosti per le persecuzioni violente e impossibilitati a rendere culto a Dio in altri luoghi pubblici.
Questa Basilica rappresenta il segno esteriore del trionfo della Fede cristiana sul paganesimo, un sogno atteso per secoli e solo la conversione di Costantino rese possibile l’inizio della evangelizzazione pubblica senza più la paura degli arresti e delle uccisioni da parte dei romani.
Nella Basilica di San Giovanni in Laterano si cominciarono a celebrare le Messe e a sviluppare le dinamiche dell’apostolato libero.
In tutti questi anni la Santa Chiesa ha conosciuto fasi di appannamento del suo splendore, di grandi missioni apostoliche, di grandi conversioni. Il momento che stiamo vivendo oggi è il più drammatico dei duemila anni del Cristianesimo e quanti hanno letto tantissime profezie di Santi e Beati, oltre ai mistici autentici, comprendono che la Fede sta svanendo a cominciare dai Ministri sacri chiamati ad annunciarla.
La Beata Caterina Emmerick è solo una delle mistiche che hanno ricevuto rivelazioni importanti e sconvolgenti. Le visioni che ebbe, riconosciute dalla Chiesa, avvennero dal 1819 fino al giorno del suo trapasso, nel 1824.
Sono riportati in sedicimila grandi fogli i suoi racconti biblici e le contemplazioni mistiche, paragonabili in qualche modo a quelle della Venerabile Maria De Agreda (1602-1655) o della più recente Serva di Dio Teresa Neumann (1898-1962). Leggiamo alcune rivelazioni di Gesù alla Beata Caterina Emmerick.
«La Chiesa si trova in grande pericolo. La dottrina protestante e quella dei greci scismatici si diffonde dappertutto. Ora vedo che in questo luogo la Chiesa viene minata in maniera così astuta che rimangono a mala pena un centinaio di Sacerdoti che non siano stati ingannati. Gli altri lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione». (1 ottobre 1820)
«Vidi anche il rapporto tra i due papi... Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città di Roma.
Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta (massoneria), mentre le bufere la stavano danneggiando. Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa.
Ho visto di nuovo la strana grande chiesa che veniva costruita a Roma. Non c’era niente di santo in essa. Ho visto ogni genere di persone, cose, dottrine ed opinioni. C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo». (12 settembre 1820)
«Poi vidi che tutto ciò che riguardava il protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la Religione Cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione.
In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre”. (1820)
Allora, vidi che la Chiesa veniva prontamente ricostruita, ed era magnifica più di prima». (Agosto-ottobre 1820)
Oggi è la solennità della Chiesa, e intendo l’unica Chiesa fondata da Gesù Cristo, quella Cattolica. Le altre sono originate da scismi e atti politici compiuti da uomini senza fede in Dio. L’uomo privo dello Spirito di Dio è spavaldo delle sue sicurezze, agisce con molta temerarietà e si trasforma quasi sempre in un essere irresponsabile.
Il ricordo della Basilica Lateranense è importante per noi cattolici, proprio questa Basilica rese visibile la Chiesa fondata da Cristo, dopo la conversione di un uomo che aveva perseguitato la stessa Chiesa: Costantino.
La Chiesa usciva dalle catacombe frequentate per diversi secoli. La conversione di Costantino fu un evento clamoroso, era l’imperatore romano e tutti i territori sottomessi a Roma si avvicinarono al Cristianesimo.
A cambiare l’imperatore romano contribuirono sicuramente le preghiere di sua madre, Elena, di estrazione plebea ma diventata la donna più amata e onorata dal popolo romano, fino ad acclamarla con il titolo più alto per una donna, quello di «Augusta».
Elena diventerà Santa, non solo per avere contribuito alla conversione del figlio Costantino, furono le sue eccelse opere e il grande amore al Signore Gesù a renderla modello di autentica Fede cristiana. Ella si prodigò senza sosta per la costruzione di Basiliche sui luoghi santi, fece ritrovare la Croce di Gesù e quelle dei due ladroni, compì molte opere per la diffusione del Vangelo.
L’aspetto che desta molta curiosità e che ci fa capire la perdita della religiosità per diversi secoli, riguarda la trascuratezza verso la Basilica, essa rimase semidistrutta per lungo tempo. Agli occhi dei romani e dei viaggiatori che si recavano a Roma, la Basilica incendiata e colpita durante le guerre, rappresentava in modo plastico la perdita della Fede dei cattolici.
Ci vollero un Papa molto devoto e molti cattolici fervorosi a volere la sua ricostruzione e venne nuovamente consacrata nel 1726.
Oggi si sta compiendo qualcosa di diverso. Ammiriamo la splendida Basilica mentre è ridotta in macerie la religiosità di molti prelati.
Se la Basilica di San Giovanni in Laterano ha rappresentato da molti secoli la vittoria di Gesù Cristo sui suoi nemici, oggi da quanto leggiamo e ascoltiamo, alcuni nemici si nascondono proprio al suo interno. Questa verità è destabilizzante per tutta la Chiesa, stanno cercando di minare le sue fondamenta per rivoluzionarla e renderla protestante.
Prove ne hanno dato in quantità inequivocabile, è il loro progetto massonico di renderla umana, con un nuovo Gesù e una nuova dottrina.
Noi rimaniamo ancorati al Vangelo storico e al Catechismo del 1992, le novità non ci possono scalfire e dobbiamo fare un grande apostolato.
La Chiesa è di Cristo ma è formata da noi cattolici, ognuno di noi è Chiesa e deve rimanere unito alla Roccia. Adoriamo di continuo Colui che ha protetto in questi duemila anni la Chiesa da tantissimi impostori e da mercenari avidi, invochiamo ogni giorno lo Spirito Santo per noi, la Chiesa e tutti i Ministri sacri.
«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
Il Signore Gesù vincerà molto presto contro i suoi e nostri nemici!
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sabato 9 novembre 2019

SCO 30 - I furbi sono perspicaci, hanno una marcia in più ma nel Male

Venerdì 8 novembre 2019

+ Dal Vangelo secondo Luca (16,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’opera dell’amministratore disonesto è astuta, trova il modo per garantirsi un sostanziale benessere per il futuro, senza darsi pensiero che quel denaro è di provenienza illecita e maledetta. Quel denaro ottenuto con una modalità maliziosa, gli ricadrà addosso come un peso enorme e gli causerà grandi mali.
Quello che si possiede deve essere valutato secondo il criterio della provenienza, come si è ottenuto. I cristiani onesti non hanno alcun problema, camminano a testa alta per quanto posseggono e non temono di patire disgrazie che arrivano sempre come ai corrotti, molti dei quali possiedono denaro acquisito disonestamente.
I buoni dormono sonni tranquilli, i loro beni materiali sono benedetti da Gesù, non cercano modi disonesti per ottenere vantaggi economici.
Questa società ha ipnotizzato tantissimi sull’importanza di possedere molti beni materiali, è si considera l’unica ragione per una vita gratificante.
La parabola raccontata da Gesù non ha la finalità di ammirare l’opera disonesta dell’amministratore, che rimane un corrotto, però lo prende come esempio per evidenziare la sua astuzia, la sua intraprendenza, la smaliziata capacità di provvedere al suo futuro.
È un’azione opposta alla predicazione di Gesù, e la sua condanna è garantita, rimane comunque da valutare la scaltrezza utilizzata dal disonesto mentre una simile scaltrezza non viene utilizzata nella verità, dai seguaci di Gesù Cristo.
Si trova tutto qui il significato di questa parabola, Gesù vuol dire che i suoi seguaci hanno poca astuzia nel pensare al loro futuro, alle cose di Dio, alla vita eterna.
Il Signore evidenzia che i furbi sono scattanti e perspicaci come se avessero una marcia in più ma nel Male, ed è un tipo di agilità iniqua.
Non avere questa dinamicità nel Male per i buoni è tutta santità, essi devono volgersi solo verso il Bene e qui bisogna capire come fare.
Non dobbiamo imitare la mentalità dell’amministratore disonesto, questo è stato chiarito, è interessante la sua scaltrezza, la capacità di elaborare un piano per trovare la migliore soluzione e garantirsi un futuro tranquillo, senza preoccupazioni.
Noi dobbiamo vivere con la mente rivolta a Dio, impegnati nel compiere solamente opere buone e in modo spirituale. Solo così l’intelletto si purifica e si scopre un’intelligenza pura e non maliziosa. Anche satana è intelligente, anche fin troppo, la utilizza solo per odiare e dare morte, addirittura per patire maggiormente nell’inferno per ogni opera che compie contro l’umanità soprattutto contro i veri seguaci di Cristo.
Tutti i cristiani che non pregano o pregano poco o agiscono mossi dall’orgoglio, sono bloccati alle loro idee e ad esse obbediscono. Quasi sempre sono intrise di amor proprio ed è difficile per loro trovare l’equilibrio. Cadono di male in peggio.
Chi obbedisce a sé non serve Gesù, non ha nella mente santi propositi che elevano l’anima e stabiliscono una profonda comunione con il Signore.
La vita oggi è troppo veloce in tutti i sensi, il tempo sembra volar via con una velocità raddoppiata e gli impegni giornalieri non permettono a molti di fermarsi e riflettere. Dalla mattina alla sera i pensieri umani e le preoccupazioni si intrecciano e non rimane mai il tempo per interessarsi della cosa in assoluta più importante: l’anima.
Così la confusione, la tristezza, l’orgoglio, la superbia, la certezza delle proprie idee e di essere migliori di tutti, «paralizzano» l’anima.
Ciò che si dimentica nella vita è il bene dell’anima e cosa fare per farla diventare santa. Manca la scaltrezza, l’astuzia, l’abilità dell’amministratore disonesto, intuitivo nel trovare la soluzione per il suo futuro. Noi quale futuro vogliamo? Stiamo andando dietro a qualcosa che nel futuro ci restituirà grandi ricompense davanti a Dio?
Quello che appare in molti cristiani è la dimenticanza di Dio.
Molti parroci non hanno più la percezione della Chiesa come Casa di Dio e luogo sacro per eccellenza, luogo di salvezza delle anime. Non dedicano tempo ai fedeli e chiudono le Chiese, mostrano di non avere alcun amore e legame spirituale con Gesù, vivono senza porsi la tremenda domanda sulla fine eterna delle persone a loro affidate da Dio.
I cattolici devono comunque cercare le Chiese aperte per adorare l’Eucaristia e parlare con Gesù delle loro cose. Se non c’è adesso l’abilità di curare l’anima e di arricchirla di meriti che riceveranno grandi ricompense, la responsabilità è di chi ha trascurato la sua anima, preoccupandosi eccessivamente di cose marginali.
Invece di accumulare beni che appesantiscono l’anima, la migliore scelta per i cristiani è quella di arricchire l’anima della Grazia divina.
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SCO 29 - Determinati pensieri dominano la vita

Giovedì 7 novembre 2019

+ Dal Vangelo secondo Luca (15,1-10)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed Egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel Cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, Io vi dico, vi è gioia davanti agli Angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’argomento conversione fa scattare in moltissime persone una veloce repressione, procura un blocco psichico come se dovessero compiere chissà quali sacrifici disumani. C’è paura di lasciare comportamenti riconosciuti come sbagliati, le proprie convinzioni e tante cose effimere di cui purtroppo ne sono dipendenti.
Nessuno le ha obbligate a fare quelle scelte, la debolezza si trova nell’uomo e nella donna, essi hanno perduto la libertà di scegliere la parte migliore della vita, quella spirituale, e quasi sempre cercano solo ciò che alletta i sensi, finendo come automi nel desiderare fortemente quanto si brama.
Quando Gesù dice che è venuto per i malati, non intende la malattia del corpo, parla dei peccatori che non compiono un vero cammino di Fede, quelli colpiti dall’impulsività, dalla debolezza cronica e si lasciano guidare dall’istinto. Compiono quasi tutte le opere seguendo l’emotività del momento, e si lasciano scegliere dai «consigli» programmati dai mass-media.
Le spinte emotive vanno controllate e regolate, da soli rimane impossibile trovare l’equilibrio e quando non si compie qualcosa di dannoso è solo perché manca l’occasione o il denaro. Le tendenze istintive diventano malattie spirituali e solo Gesù può guarire da queste inclinazioni dannosissime.
Gesù è venuto a guarirci e tutti nel mondo abbiamo bisogno di Lui, nessuno deve presumere di riuscire a farcela da solo senza Lui.
Meditando la vita del Signore vediamo con chiarezza che essa manifesta tutta la sua assoluta impeccabilità. Più ancora, Egli stesso domanderà a coloro che Lo accusano: «Chi di voi può convincermi di peccato?».
Gesù Cristo durante la sua vita è in lotta con il peccato e con tutto ciò che genera il peccato, a cominciare da satana, che è «padre della menzogna».
La battaglia che Gesù conduce contro il peccato e le sue più profonde radici non Lo allontana dal peccatore. Proprio al contrario, Lo avvicina agli uomini, a ogni uomo. Nella sua vita terrena Gesù era solito mostrarsi particolarmente vicino a chi, agli occhi degli altri, passava per peccatore o lo era davvero.
La meditazione di oggi deve portarci ad accrescere la nostra fiducia in Gesù tanto più quanto maggiori siano le nostre necessità; e in modo speciale se talvolta sentiamo tutto il peso della nostra debolezza: Cristo ci è vicino anche allora.
Allo stesso modo, pregheremo con fiducia per quelli che sono lontani dal Signore, che non rispondono alla nostra sollecitudine per avvicinarli a Dio e che sembrano perfino allontanarsi da Lui. La parabola di oggi ci fa comprendere quale atteggiamento dobbiamo utilizzare verso i peccatori.
Nella parabola Gesù evidenzia il grande amore e la preoccupazione per la perdita di una sola pecorella, che simboleggia la persona umana. Novantanove pecorelle erano in un luogo sicuro, solo una si era smarrita perché non aveva seguito le indicazioni del pastore. Staccandosi dalla via già conosciuta per averla percorsa molte volte, si era incamminata per altra via e smarrita.
Lo stesso avviene all’anima che si lascia ingannare da prospettive seducenti che arrivano dal mondo e che agitano pensieri non umili, carichi di smanie compulsive. Sono pensieri che fanno uscire dal proprio mondo, dalla realtà in cui si vive per sperimentare sensazioni appaganti, ma che sono illusorie, durano poco e si vive peggio di prima.
Una persona può attuare un determinato comportamento o avere determinati pensieri, senza trovare un’armonia con i bisogni segreti del proprio Io, non riesce a trovare un appagamento perché ha una diversa percezione di sé.
La vita psichica di molte persone è influenzata da tanti pensieri strani e incoerenti, da comportamenti irrazionali e da manie che vengono considerati normali perché la persona non ha incontrato davvero Gesù Cristo. Non ha gli elementi indispensabili per evitare tutto questo che la psicologia indica come compulsione ed è un impulso irrefrenabile verso qualcosa.
L’insistenza di determinati pensieri dominano la vita di una persona e se non è abituata a pregare con Fede, perde il contatto con la realtà.
Questi pensieri insistenti che poi si traducono in azioni immorali, utilizzo di droghe, scelte disastrose, giudizi gravi, fino ad arrivare a commettere adulterio o a fare sesso cambiando partner spesso, li indico come ossessione. La fissazione indica la persona che perde il controllo di sé per compiere atti che riconosce essere contrari al Vangelo e ai Comandamenti.
L’idea fissa che si ritrovano molti, non sempre arriva da satana, tanto che lui in molti casi potrebbe dire che non c’entra nulla con l’agire di tanti peccatori. Sicuramente satana è soddisfatto dei peccati e dal traviamento della pecorella che prende un percorso diverso dal Vangelo per cercare quello che alletta i sensi, si riempie di orgoglio per i pensieri che piacciono molto ai diavoli.
La società di oggi è ricoperta da una coltre di modernità senza Gesù Cristo, tutti i mezzi di comunicazione subdolamente lasciano credere che si può vivere senza Dio, senza la presenza soprannaturale dell’Essere Divino che ha dato origine a tutto e ama tutti i suoi figli.
La tristezza della vita confusa e dissipata lascia molti confusi e rimangono nelle loro convinzioni che non sono quelle dello Spirito Santo.
Sono infelici perché lontani con il cuore da Gesù, adorano altro e non se ne rendono conto, non comprendono che la conversione concreta comporta il distacco da ogni idolo per incontrare la libertà e la gioia di Gesù.
Occorre rientrare in sé e porsi domande sincere per conoscersi e decidersi ad incontrare il Signore della vera vita e della vera pace.
Gesù continua a chiamare alla conversione i peccatori, ma l’uomo di oggi con difficoltà avverte la profonda necessità di convertirsi.
I cristiani devono vigilare per evitare gli sbandamenti che allontanano dal Signore. Quando si cade bisogna ricominciare ogni volta, ogni giorno, per colmare il cuore della gioia divina e rallegrare Gesù e la Madonna.
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